Ci sono volute meno di sei ore per sognare una normalità ritrovata: i Maneskin, trionfatori di Sanremo, hanno annunciato i primi due concerti nei palazzetti di Roma e Milano per il prossimo dicembre e quello di Milano è andato sold out in mezza giornata. Anche Roma ci si sta avvicinando, tanto che entrambe le date sono già state raddoppiate e a martedì sera, in totale, erano stati venduti oltre 24mila biglietti. La rock band romana, quindi, è attesa al Palazzo dello sport di Roma il 14 e 15 dicembre 2021 e al Forum di Assago il 18 e 19 dicembre.
Merito dell’onda lunga del Festival, certo. Ma la velocità con cui i biglietti sono stati polverizzati, nonostante ad oggi non vi siano certezze sul futuro della musica live, è anche un indicatore di quanta voglia abbiano le persone di tornare sotto a un palco. Al punto che i soldi spesi in prevendite vanno ben oltre dicembre: anche lo show italiano di The Weeknd al Forum di Assago è andato velocemente esaurito, cosa prevedibile, non fosse che la popstar canadese è attesa in Italia addirittura per l’autunno del 2022.
Un investimento emotivo, oltre che economico, provando a credere che a fine anno, per davvero, staremo stretti e sudati nel parterre del Forum a saltare insieme a Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan. Ma sarà così? «Su dicembre sono assolutamente fiducioso e i primi a doverci credere siamo noi — dice Clemente Zard, managing director di Vivo Concerti —. Ma il risultato dei Maneskin fa bene al morale di tutto il sistema».
Per poter ragionare su un concerto «come prima», il pensiero va subito alla vaccinazione di massa: «Mi auguro che la campagna vada in porto come viene prospettato in questi giorni perché noi abbiamo concerti in vendita per ottobre e novembre, ma certezze non ne abbiamo», dice Roberto De Luca, alla guida di Live Nation che tra gli altri ha il tour dei Negramaro in rampa di lancio il 7 ottobre. Prima dell’autunno, viene difficile immaginare dei live capienti e non distanziati e intanto i tour continuano a essere posticipati con un effetto domino che ben conosciamo: «Ho le 14 date di Zucchero all’Arena di Verona che dovrebbero partire il prossimo 23 aprile — dice Ferdinando Salzano, a capo di Friends & Partners —. Ma a meno di qualche miracolo, con le linee guida attuali non ci sarà il distanziamento richiesto, anche con le persone sedute».
Così lo scenario che i tre promoter delineano quasi all’unisono si sviluppa in due fasi: la prima con possibili concerti estivi «ragionati su capienze Covid, distanziati e in sicurezza, ma magari da 2mila posti e non da 400 come viene prospettato ora», spera Salzano. E la seconda di graduale ritorno alla normalità per l’autunno o più realisticamente per l’inverno, appesa a una parola chiave che già aleggia nell’aria in questi giorni: il patentino vaccinale. «Non possiamo pensare a una persona non vaccinata in un luogo che, inevitabilmente, crea assembramento come un concerto», dice De Luca. Il patentino «è l’unico modo di tornare a vivere come prima», prosegue Salzano. A condizione, però, che la campagna abbia raggiunto tutti: «Succederà solo quando la possibilità di vaccinarsi l’avrà avuta chiunque, altrimenti è discriminatorio», precisa Zard.
Nel frattempo, i fan sperano e si tengono stretti i biglietti nonostante i continui rinvii: «Non c’è polemica, né acredine, la gente ha compreso la situazione», assicura De Luca. E poi ci sarà una lungo elenco di concerti da recuperare: «Cercheremo di evitare le sovrapposizioni, ma non vediamo l’ora che sia quello il problema», concludono.
Barbara Visentin, Corriere.it