Bobby Solo si assume parte della responsabilità in merito alla vicenda che lo riguarda e che ha tenuto banco in tv e sui giornali nell’ultimo periodo, una presunta truffa durata oltre 30 anni sui diritti delle sue canzoni. “La colpa di questo disastro è anche mia. Sono fatto così, un perdente nato, chiunque mi può turlupinare”, ammette l’artista.
Finito al centro di una vicenda che ha tenuto banco in tv e sui giornali a proposito di una presunta truffa ai suoi danni che sarebbe andata avanti per oltre 30 anni, Bobby Solo si assume una parte della responsabilità di quanto accaduto e in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi dichiara: “Sono sempre stato una frana con i soldi: persi 80 milioni anche quando li affida a mia madre”.
Bobby Solo denuncia di essere vittima di frode
A inizio febbraio, Bobby Solo ha presentato una denuncia alla procura di Napoli per il presunto furto ultratrentennale dei diritti sulle sue canzoni. Una vicenda a proposito della quale l’artista dichiara: “Ho le prove della frode, con i nomi e i cognomi di chi l’avrebbe commessa. Ora tocca ai magistrati. Vedremo come andrà a finire”. Sostiene che le sue canzoni siano state scaricate milioni di volte senza che lui guadagnasse alcunché dalla loro fruizione. “Il raggiro è stato scovato dai miei avvocati, cui va tutto il merito di questa scoperta. Ci sono in discussione incassi per 450 milioni di euro. Ma non è che hanno rubato solo a me, sono in bella compagnia con almeno altri 200 autori. Tra questi anche Mogol, si figuri se avessi avuto solo io 450 milioni, non per mancarle di rispetto ma non sarei certo stato qui al telefono con lei, o forse anche sì, ma da un paradiso in Polinesia”, aveva dichiarato al Corriere.
Il rapporto con i soldi
Ma il cantante fa mea culpa e ammette di avere una parte di responsabilità nella vicenda: “La colpa di questo disastro è anche mia. Sono fatto così, un perdente nato, chiunque mi può turlupinare… Nel 1979 mi avevano dato un assegno di 80 milioni e lo avevo subito consegnato a mia madre… ha girato tutto a un conoscente che prometteva un rendimento più alto di quello delle banche e che finì in bancarotta, trascinando nella voragine dei suoi debiti anche i miei 80 milioni. Mamma era brava coi tortellini, ma coi soldi era negata come me”.
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