N.A.I.P. racconta X Factor: “Pensavo di essere eliminato prima, il talent mi ha fatto crescere”

N.A.I.P. racconta X Factor: “Pensavo di essere eliminato prima, il talent mi ha fatto crescere”

Da X Factor N.A.I.P. ne è uscito senza dubbio da vincitore. Lui si aspettava giusto un paio di passaggi, invece la sua totale libertà artistica lo ha portato a classificarsi al quarto posto. Un risultato per nulla scontato visto il progetto che il cantante porta avanti: “È come se avessi fatto un upgrade, c’è stata una crescita vibrante”

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Da X Factor Michelangelo Mercuri, in arte N.A.I.P. ne è uscito senza dubbio da vincitore. Lui si aspettava giusto un paio di passaggi, invece la sua totale libertà artistica lo ha portato a classificarsi al quarto posto. Un risultato per nulla scontato visto il progetto che Mercuri porta avanti, di commistione di generi, usando tanta elettronica, una scrittura metanarrativa che rifugge le banalità che talvolta toccano il pop,

riuscendo a portare sul palco di X Factor qualcosa che non sempre riesce a trovare uno spazio così ampio. E quella libertà N.A.I.P. se l’è presa tutta, forte anche di una carriera che travalica il talent, pubblicando l’Ep “Nessun album in particolare”.

Ciao Michelangelo, facciamo un recap di quello che è successo per arrivare a X Factor: chi ti conosce forse non si aspettava una tua partecipazione.
Quando ho saputo che c’era questa possibilità, partecipare o non partecipare è stato un dubbio che mi ha mandato in una crisi esistenziale di una settimana e mezza. Lì c’è stata una grande riflessione poi dai live in poi, l’incontro con Taketo etc, è accaduta la cosa più interessante, che è entrato in gioco il presente e ho cominciato ad avere una crescita reale che è derivata da quello che avevo attorno e da come la stavo affrontando, come di solito faccio. Per me la musica è una passione, un sogno, certo, ma soprattutto è alzarsi alle 7 del mattino, mettersi in cuffia e lavorare.

Farlo a X Factor porta tutto a una dimensione più grande, no?
Facendolo in quel contesto, dove il livello è più alto, è come se avessi fatto un upgrade, c’è stata una crescita vibrante che credo sia la cosa magica di un percorso che all’inizio pensavo si completasse in un paio di passaggi. Mi rendo conto che la grande conquista è stata quella di avere una libertà di espressione molto ampia, quindi se domani dovessi uscire con un brano elettronico spinto o con un chitarra e voce intimo sarebbe comunque mio.

Anche se sentirti spaziare tra i generi non risulterebbe strano visto anche quello che hai fatto vedere sul palco di X Factor.
Io sono questo da sempre, nel mio percorso intimo, privato, quindi per me è la conferma di una mia identità ed è una grande conferma, forse la cosa più grande che è accaduta: sono andato in un contesto mainstream, televisivo, e la mia identità che è sempre stata questa non solo è stata apprezzata, ma anche promossa. È bello sentirsi liberi, senza la paura di risultare non credibili o uscire fuori da una coerenza.

In che modo questo mondo lontano ha impattato sulla tua musica?
In tutti i contesti di spettacolo tv, quindi tra coreografie e scenografie, sono riuscito a impormi coi direttori artistici, dando la mia visione di quelli che dovevano essere i colori, la coreografia, una luce etc, motivando le scelte e ricevendo il via libera da loro. Al punto che in qualche live ci sono cose scritte a sei mani tra me, Laccio e Shake, i direttori artistici. Insomma, mi sono trovato all’altezza di questa cosa, sorprendendomi solo fino a un certo punto: gli anni di teatro che ho alle spalle mi aveva dato un po’ di dimestichezza col linguaggio scenografico, benché lì è la televisione, quindi è tutto più grande. Però alla fine se uno ha le idee chiare, prende familiarità con gli strumenti e si pone con umiltà, riesce a farsi ascoltare.

L’Ep ha subito cambiamenti con la partecipazione al talent?
Per quanto riguarda l’Ep, a parte la traccia d’apertura e “Attenti al Loop”, ovviamente, le altre sono rimaste uguali. Non hanno subito variazioni e questo mi ha fatto piacere, perché sono arrivato con dei brani composti e prodotti nella mia stanzetta e oggi prodotti per Sony e per un artista questa cosa è una bomba.

Una delle cose cose che mi è piaciuta delle tue canzoni è anche la struttura metanarrativa di quello che scrivi (“tipo Come fui bravo e quanto fui bello nel rivelarti il mio ritornello), che è stato anche accettato a X Factor e dopo, no?
Ti dico di più, quando ho parlato con Sony nei primi confronti, mi dissero che dovevo rimanere io il produttore delle mie cose, al massimo mi avrebbero affiancato un tecnico, però volevano rimanessi me stesso. La traccia di apertura che ho aggiunto – una sorta di bonus track – è una canzone che ho dato a Sony senza che loro mi dicessero nulla, sono passati direttamente al mastering e me l’hanno riconsegnata chiedendomi se mi piacesse: c’è una fiducia totale in quello che faccio. Questo fatto di essere totalmente al di fuori dai canoni credo che alle volte li faccia andare oltre l’idea del funziona/non funziona.

Farti giocare a quel gioco sarebbe anche stupido, visto che anche il percorso a X Factor ha dimostrato come esista anche un posto per quello che fai.
Sì, per me è l’attestato di fiducia di chi lavora per me, senza andare a intaccare nulla: il primo è il brano più fresco, scritto nella coda finale del lockdown, quindi è anche un po’ un ponte importante, che porta l’ascoltatore verso il mio nuovo modo di scrivere che va in quel senso.

Il prossimo obiettivo dopo l’Ep qual è?
Oltre all’Ep, da gennaio all’estate credo che ci saranno un paio di uscite, accompagnate anche da qualcos’altro, anche se non so dirti cosa. Poi si spera nell’estate per fare il più possibile i live e a settembre tirerò una riga e puntiamo al disco.

Francesco Raiola, Music.fanpage.it

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