Un documentario molto particolare e poco conosciuto, che Liliana Cavani firma nel 1965 e che costituisce, in qualche modo, una preparazione al suo film su Francesco dell’anno successivo: è “Gesù mio fratello, al centro dell’appuntamento con “La TV di Liliana Cavani. Un romanzo di formazione”, in onda mercoledì 25 novembre alle 22.00 su Rai Storia. Il documentario racconta la storia di Charles De Foucauld e dei Piccoli Fratelli di Gesù. De Faucauld era un ufficiale francese che nel 1890 si convertì facendosi monaco e poi eremita fra i Touareg del deserto algerino. Il suo esempio viene seguito ancora oggi da piccole comunità nascoste, formate da persone che vivono e lavorano all’interno della società, ma allo stesso tempo dedicano la vita agli altri e alla preghiera seguendo la “regola” di De Foucauld. La radicalità del messaggio del Vangelo viene collocato dalla Cavani nell’attualità degli anni Sessanta; una scelta evidente fin dalla sigla del programma in cui, sulle note di “The house the rising sun” degli Animals, le immagini degli scontri razziali degli anni Sessanta vengono alternate a quella della vita dei piccoli fratelli di Gesù. La Cavani, dialogando con Massimo Bernardini, racconta i suoi viaggi per il mondo alla ricerca di queste comunità nascoste e di come rimase affascinata da questa spiritualità vissuta intimamente, profondamente, mai per vanità e sempre in comunione con gli altri. Giovanni De Luna inquadra storicamente il documentario, evidenziando di come la scelta dei piccoli fratelli di Gesù di vivere tra la gente, tra gli ultimi, condividendone le sofferenze non fosse così lontana da altre scelte che compivano i giovani dell’epoca all’insegna dello slogan “sei quello che fai”.