L’hippie Ruggero Brega, il candido Leo Nuvolone, l’impacciato Mimmo, l’ispirato Don Alfio, l’esasperante professore Raniero Cotti Borroni, i coatti Armando Feroci e Moreno Vecchiarutti, il lucano emigrato in Germania Pasquale Ametrano, il maniacale e ipocrita Callisto Cagnato, il logorroico e ipocondriaco Furio Zòccano. Sono solo alcuni dei personaggi di culto, entrati nell’immaginario collettivo e nella storia del costume del nostro Paese, interpretati da Carlo Verdone, l’attore e regista romano, nel suo caso i due ruoli sono inseparabili, che compie 70 anni il 17 novembre.
Figlio del critico Mario, che lo bocciava agli esami di Storia del Cinema alla Sapienza, Verdone si diploma in regia al Centro Sperimentale della Capitale ed esordisce sotto il segno di Sergio Leone. Il maestro del western all’italiana lo chiama dopo averlo visto a teatro nel 1977 e decide di produrre ‘Un sacco bello’ (1980), opera prima che arriva in seguito al grande successo dei suoi personaggi nel varietà televisivo ‘Non stop’.
Verdone costruisce i primi film sull’intreccio di tre episodi in cui brilla una delle sue principali cifre artistiche, l’interpretazione di maschere diverse. Il road movie comico ‘Bianco rosso e Verdone’ (1981) racconta il fermento dell’Italia durante una settimana elettorale, con le indimenticabili performance di Elena Fabrizi e Mario Brega, con lui anche in ‘Borotalco’ (1992). Oltre ai citati, i suoi film più noti sono: ‘Compagni di scuola’ (1988), film corale in cui dirige 18 interpreti coprotagonisti, una sorta di ‘Grande freddo’ all’italiana; ‘Maledetto il giorno che t’ho incontrato’ (1992), una tragicomica storia d’amore di due nevrotici e insoddisfatti interpretata in coppia con Margherita Buy; ‘Al lupo al lupo’ (1992), in cui analizza le dinamiche familiari e il rapporto complesso di tre fratelli. Un tema su cui torna anche in ‘Io, loro e Lara’ (2010).
Insieme a ‘Gallo Cedrone’ (1998), ‘Viaggi di nozze’ (1995) è forse il suo maggior successo e segna l’inizio della collaborazione con Claudia Gerini, con lui sullo schermo anche in ‘Sono pazzo di Iris Blond’ (1996) e ‘Grande Grosso e Verdone’ (2008), che per titolo, struttura e personaggi si pone come sorta di remake del film datato 1981. Altri film da ricordare sono senz’altro ‘Stasera a casa di Alice’ (1990), ‘Perdiamoci di vista’ (1994) e ‘C’era un cinese in coma’ (2000).
Cognato di Christian De Sica e vicino ad Alberto Sordi – i due recitano assieme nei film ‘In viaggio con papà’ (1982) e ‘Troppo forte’ (1986) – Verdone ha nel palmarès 9 David di Donatello, 8 Nastri d’Argento, 3 Globi d’oro e un ruolo nel film premio Oscar ‘La grande bellezza’.
Il registro comico dei film girati negli anni Ottanta e Novanta viene condito, nelle opere più recenti, da un pizzico di amarezza che gli permette di riflettere con più attenzione sulla modernità e i suoi eccessi, sul cinismo e sul disagio. Porta così sul grande schermo, negli ultimi 20 anni, una media di un film ogni due anni. Tra questi: ‘L’amore è eterno finché dura’ (2004), ‘Il mio miglior nemico’ (2006), ‘Posti in piedi in paradiso’ (2012), ‘Sotto una buona stella’ (2014), ‘L’abbiamo fatta grossa’ (2016) e ‘Benedetta follia’ (2018). Fino a ‘Si vive una volta sola’ (2020), la cui uscita era stata fissata per il 27 febbraio scorso e anticipata poi di un giorno, ma poi rinviata per la chiusura delle sale cinematografiche a causa della pandemia da Coronavirus e tutt’ora sospesa in attesa della riapertura delle sale.
Il professor Umberto Gastaldi (Verdone), il suo aiuto dottor Pezzella (Max Tortora), l’anestesista Lasalandra (Rocco Papaleo) e la strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta) sono quattro professionisti di alto livello, scelti persino dal Vaticano per una delicata operazione al papa. I quattro sono tanto bravi nella loro professione quanto disastrati nelle loro vite private. Durante un controllo di routine al quale l’equipe si sottopone ogni tanto, Gastaldi scopre che a Lasalandra mancano ormai pochi mesi di vita. Non riuscendo a dirglielo subito, partono per una vacanza in Puglia, dove pensano di riuscire a trovare il momento per parlare con l’amico malato.
A 70 anni Verdone rimane artista poliedrico, a metà tra commedia e malinconia, tra risata e tristezza clownesca, capace di evidenziare con la propria maschera goffa i tic, le nevrosi e le fobie dell’italiano medio.
Tra le iniziative per festeggiarlo, la più visibile è quella messa in campo da Sky che dedica all’attore e regista un intero canale per due settimane. Da lunedì 16 a lunedì 30 novembre si accenderà infatti Sky Cinema Verdone, con 20 film tra quelli da lui diretti e interpretati. Tutti i titoli saranno disponibili anche on demand su Sky e in streaming su Now Tv nella collezione dedicata.
40 ANNI DI FILM CON LA MUSICA IN TESTA – La musica, i musicisti, gli strumenti musicali sono una costante nel cinema e nella vita di Carlo Verdone, che suona la batteria ed ha una notevole collezione di dischi in vinile. Proprio la batteria è protagonista in una scena del film d’esordio di Verdone ‘Un sacco bello’; Lucio Dalla e gli Stadio hanno un ruolo fondamentale in ‘Borotalco’ non solo nella colonna sonora; gli Stadio sono presenti anche nel successivo ‘Acqua e Sapone’ con l’omonimo brano (scritto da Vasco Rossi e musicato da Gaetano Curreri); la biografia e la musica di Jimi Hendrix sono protagonisti di ‘Maladetto il giorno che t’ho incontrato’ dove Verdone interpreta il giornalista musicale Bernardo.
La musica tiene banco anche in ‘Sono pazzo di Iris Blond’ dove Verdone interpreta il cantante e musicista Romeo; in ‘L’amore è eterno finché dura’ il regista fece l’impossibile per riuscire ad includere alcuni secondi di un concerto di Joe Cocker; in ‘Troppo Forte’ la colonna sonora è curata dall’amico cantautore Antonello Venditti, con cui Verdone condivide la fede giallorossa e in diverse occasioni anche il palco dei concerti, sedendosi alla batteria per un cameo musicale.
Verdone ha anche diretto diversi videoclip musicali: per Antonello Venditti (‘Centocittà’, ‘Benvenuti in paradiso’, ‘La ragazza del lunedì -Silvio’) ma anche per Alex Britti (‘Mi piace’), per i Negramaro (‘Meraviglioso’), per Elisa (‘Eppure sentire’), per Mina e Celentano (‘Se mi ami davvero’, dove è anche interprete con Geppi Cucciari), per i Delta V (‘Un colpo in un istante’), per i Radio Globo (‘Resto a Roma – me conviene’). La fama della sua passione per la musica ha fatto sì che Verdone pubblicasse anche delle compilation, selezioni musicali che portano la sua firma e rispecchiano le sue passioni nelle sonorità come ‘Bianco, rock e Verdone’ e il doppio cd ‘Interventi alla colonna’, composto di musiche che aveva dovuto scartare per i suoi film, e che ironizza nel titolo sul linguaggio medico, di cui pure è esperto.
QUEL PALLINO PER LA MEDICINA, ENTRATO ANCHE NELL’ULTIMO FILM – Carlo Verdone è un appassionato di medicina e di farmacia, e riceve spesso da amici richieste di consigli per risolvere piccoli problemi di salute. Ciò ha contribuito a diffondere la convinzione che sia affetto da ipocondria, voce da lui smentita, spiegando in varie interviste di aver invece avuto un disturbo d’ansia. Per questa sua propensione al consiglio medico e farmaceutico, nel marzo 2007 gli è stato conferito un particolare riconoscimento dall’Università degli Studi di Napoli Federico II: una targa che riporta una frase del Giuramento di Ippocrate (“In qualsiasi casa entrerò, io vi andrò come sollievo per i malati”). E ancora, nell’ottobre dell’anno scorso, ha trascorso un giorno dietro il bancone di una farmacia romana, raccontandolo lui stesso sui social e spiegando di aver ‘risolto’ per l’occasione un caso di tosse secca.
Questa estate, essendosi sottoposto ad una doppia operazione alle anche (in contemporanea, pur di non affrontare una doppia anestesia), ha deciso di raccontarla sui social, spiegando che negli ultimi anni gli era diventato quasi impossibile camminare dal dolore, per dare coraggio a chi si trova ad affrontare lo stesso problema.
Di ansia e di dimestichezza con l’uso di medicinali e con percorsi di psicoterapia per tenerla sotto controllo, Verdone ha spesso parlato anche nei suoi film, in particolare ‘Maledetto il giorno che t’ho incontrato’ del 1992 (dove sia il giornalista Bernardo interpretato da Verdone che l’attrice Camilla interpretata da Margherita Buy fanno largo uso di antidepressivi ed ansiolitici) e ‘Ma che colpa abbiamo noi’ (dove i partecipanti ad un gruppo di psicoterapia decidono di proseguire in autogestione dopo la morte dall’anziana analista). Oltre che il macchiettistico professor Raniero Cotti Borroni del tormentone telefonico “no, non mi disturba affatto” del suo ‘Viaggi di nozze’, Verdone è stato anche un pediatra in ‘Manuale d’amore 1’ del 2005 e un dentista in ‘Italians’ del 2009, entrambi film diretti da Giovanni Veronesi.
Ma è nell’ultimo film, ‘Si vive una volta sola’ la cui uscita è bloccata da fine febbraio a causa della pandemia, che Verdone ha coronato il sogno di mettersi nei panni dello stimato chirurgo in carriera, il professor Umberto Gastaldi, scelto persino dal Vaticano per un intervento al papa.
Antonella Nesi, Adnkronos