Attori, musicisti, ballerini ma anche occupati nei circhi e nei luna park. Sono migliaia i lavoratori che sono scesi in strada in varie città italiane per protestare contro il nuovo Dpcm. Chi lavora nel settore della cultura chiede: ammortizzatori fino alla fine dell’emergenza, reddito di continuità per gli intermittenti e stabilizzazione dei precari
Da Torino a Milano fino a Napoli, il mondo dello spettacolo è sceso in strada per protestare contro la chiusura di teatri e cinema. Al Governo si chiedono aiuti per sostenere lo stop dell’attività dei lavoratori dei circhi, della danza, della musica e della recitazione. “Se chiudi teatri, cinema, circhi, ci dovete pagare.
Serve un reddito garantito per i lavoratori dello spettacolo che non lavorano più per via della pandemia e dei Dpcm“. È il grido che arriva da piazza Castello, a Torino, dove un migliaio di persone si sono ritrovate per la manifestazione regionale unitaria sindacale Cgil-Cisl-Uil Spettacolo.
A Torino si sono ritrovati molti lavoratori di luna park e circo. “Abbiamo diritto al rispetto dei nostri contratti – dicono – una definizione degli orari di lavoro e il rispetto delle norme di sicurezza”. “Il luna park è un’impresa, pretendiamo un aiuto”, sostengono i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti-. A Napoli, invece, ha sfilato un corteo funebre simbolico dove, in piazza del Gesù, centro storico della città, i lavoratori dello spettacolo si sono dati appuntamento per celebrare “la morte del nostro lavoro”.
Centinaia i lavoratori del mondo dello spettacolo, cantanti, musicisti, attori, ballerini, maestranze di ogni tipo, che sono scesi in piazza anche a Milano davanti al teatro alla Scala per chiedere “diritti, dignità, reddito e cultura”. Secondo gli organizzatori, davanti alla Scala di Milano sono arrivate circa un migliaio di persone. Molti hanno appeso al collo dei cartelli rossi con le richieste che portano avanti con questa protesta: “Abbiamo diritto al rispetto dei nostri contratti’, ‘I teatri sono luoghi sicuri’, ‘La danza non contagia’, “in quarantena avete goduto di tv, libri, musica… dietro ci siamo noi e il nostro lavoro”.
Alla manifestazione di Milano è stato presente anche il sindaco Giuseppe Sala. “Ci attende un lungo inverno di grande difficoltà”, ha detto parlando ai lavoratori del mondo dello spettacolo aggiungendo che “chi fa il mio mestiere e si occupa di politica deve cercare di programmare le cose ed essere più razionale possibile”. Ai lavoratori dello spettacolo Sala ha anche detto che “se io potessi indebitare un Comune solido come quello di Milano per, attraverso la spesa, sostenere voi, io lo farei perché in questo momento c’è un problema di sopravvivenza, di tirare avanti non per sei giorni ma per sei mesi presumibilmente, perché di vaccini si parla tanto ma c’è poca certezza su quando arriveranno”.
Si protesta anche a Roma dove tantissimi si sono ritrovati nel centro della Capitale per manifestare contro l’interruzione dell’attività del mondo dello per contrastare la diffusione del Covid-19. Alla protesta a Roma ha aderito anche l’attore e scrittore Ascanio Celestini. Le richieste sono univoche in tutto il Paese: ammortizzatori e tutele fino alla ripartenza, redito di continuità per gli intermittenti e stabilizzazione dei precari. Tantissimi gli striscioni, alcuni dei quali ricordano che “solo la cultura ci salverà”.
I lavoratori dello spettacolo chiedono risposte da parte dell’Inps sul mancato arrivo dei bonus, la naspi usata per l’emergenza e la mancanza di contributi previdenziali. Alcuni chiedono invece un’assicurazione quando si lavora. In strada ci sono anche i lavoratori del mondo della danza con mantella e mascherina anti Covid-19 e appese al collo le scarpe da ballo.
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