“Dopo aver girato Suburra cosa ho capito in più di Roma? Ho capito che le cose peggiorano”. Così Alessandro Borghi, protagonista della terza stagione della serie tv di Netflix in onda dal 30 ottobre esprime durante la conferenza stampa in streaming la sua opinione sulla situazione della città eterna e lo fa, premette, da “romano atipico” che nutre un sentimento di “odio-amore molto forte nei confronti della mia città e dell’amministrazione”.
“Non entro in tema Covid e pandemia perché questo è uno stato straordinario – dichiara l’attore – però ci sono dei problemi nella gestione di una città dove una parte importante delle problematiche deriva dai cittadini stessi. Dall’approccio che hanno, dal fatto di non ascoltare gli altri e pensare solo a se stessi, a considerare molto spesso soltanto le cose che li riguardano in prima persona. Il mio punto di vista su Roma non è positivo, ultimamente, ma credo che si possa cambiare”.
“Penso che ci siano moltissime persone che hanno la giusta voglia e gli strumenti giusti per arrivare a un nuovo livello di gestione di questa città – aggiunge Borghi – sicuramente però per primi dobbiamo pensarci noi cittadini, a partire dalle piccole cose. E questo vale dalla mondezza per strada ad andare sul set. Ci sono un sacco di problemi, ma poi ti rendi conto che non sono solo di Roma, ma anche dell’Italia e di altri Paesi, anche alcuni che adesso stanno votando. In tutto questo casino enorme è importante capire quali sono le fonti a cui attingere per essere informati perché è diventata una corsa a chi dice per primo una cosa piuttosto che a chi dice la cosa vera o la cosa interessante e più formativa. Purtroppo nell’era dei social – conclude – questo non ce lo possiamo più permettere.