«La7 è una comunità. Una comunità televisiva radicata anche nel web. Un punto di riferimento per un pubblico che vuole essere sempre informato. Noi saremo con loro». La7 riparte subito con tutti i suoi programmi di punta dal 7 settembre (Giletti scende in campo come Fazio il 27) senza di fatto aver mai chiuso («siamo stati sempre accesi durante il lockdown»). La rete conferma la sua vocazione a raccontare il presente: «Abbiamo due temi fondamentali sul tavolo della ripartenza che sono la riapertura della scuola e le elezioni del 20-21 settembre — spiega il direttore Andrea Salerno — Mentana si prepara alla maratona elettorale del 21, mentre per il 14 abbiamo in mente uno scuola day: seguiremo per tutta la giornata con i nostri programmi il rientro nelle aule».
Come si possono migliorare programmi che sono pilastri della rete come quelli di Floris, Gruber, Formigli?
«Parliamo di programmi autorevoli, punti di riferimento informativi (la Gruber è regina d’ascolti e Formigli ha fatto il giro del mondo con i suoi reportage) che hanno bisogno di piccoli segni più che di grandi novità, testate vincenti che vanno arricchite senza essere snaturate proprio perché forti. Ma nonostante questo si lavora continuamente sulle piccole cose, su dettagli che a prima vista magari non si percepiscono. È come per i nuovi modelli di iPhone, c’è sempre una miglioria: all’inizio non sai qual è ma lo capisci usandoli, vedendoli».
Tra le nuove funzionalità di «diMartedì» non c’è più la copertina comica di Gene Gnocchi…
«Non è una pagina chiusa: le contaminazioni vanno bene ma dipende anche dal momento. Senza offesa per nessuno diciamo che in questa fase preferisco aprire “diMartedì” con Speranza piuttosto che con Mauro Corona».
La7 ha da tempo un’identità definita: l’informazione rimane centrale?
«Ogni volta che accendi La7 la riconosci. La forza della rete è proprio quella di essere “rete”, ovvero saper declinare l’attualità in modo plurale, con diverse anime in grado di offrire un grande racconto del Paese in presa diretta. Quello che cerca di fare La7 in tutte le fasce orarie è arricchire il pubblico, informarlo e proporre elementi di approfondimento, come succede con Purgatori o con Licia Colò sull’emergenza ambientale».
Giletti ora è sotto scorta: è più orgoglioso del lavoro fatto o preoccupato per le conseguenze?
«Giletti ci ha regalato inchieste molto importanti, è stato eccezionale a persistere in quella direzione, a indagare sull’opacità delle scarcerazioni mafiose. Non fa piacere a nessuno essere sotto scorta: c’è l’orgoglio per chi ha fatto bene il suo lavoro; la preoccupazione cerchiamo di farcela passare».
La domenica pomeriggio arriverà Myrta Merlino?
«Proveremo ad accendere anche la domenica con un programma di taglio giornalistico affidato a Myrta. Con lei ci saranno Gerardo Greco e Vauro. Un primo assaggio arriverà il 13 settembre quando in prima serata Merlino condurrà uno speciale alla vigilia del primo giorno di scuola: è un tema caldo per i cittadini e per la politica».
Greco dunque entra nella squadra di La7?
«Si. È arrivato come consulente per i programmi d’informazione del day time: darà un contributo ideativo, sarà autore ma comparirà anche in video».
Puntate anche sull’alleggerimento: ogni pomeriggio dopo il talk di Tiziana Panella (rafforzatosi nell’ultima stagione), arriva Benedetta Parodi…
«Si tratta di un game di cucina molto divertente che andrà in onda alle 17 dal lunedì al venerdì, un format leggero e allegro. L’ironia è un’altra caratteristica della rete, che ha in “Propaganda” l’interprete principale».
Da Zoro arriverà Zerocalcare nel cast fisso?
«Noi cercheremo di imbullonarlo alla sedia. La cosa bella di Zoro è che non c’è mai nulla di fisso, spero di avere lui, come Guzzanti, e altri ancora».
Pensa anche a qualcosa come «Chernobyl», la serie che vi ha regalato grandi ascolti?
«Dove è possibile cerchiamo prodotti di cinema e fiction che siano complementari al racconto dell’attualità, “Chernobyl” era aderente alla realtà che stavamo vivendo con il lockdown, per questo ha avuto così tanto successo. Il 16 settembre abbiamo in palinsesto l’intervista di Herzog a Gorbaciov: un documentario meraviglioso, un grandissimo racconto del Novecento. L’idea è sempre quella di completare il racconto del presente con documenti che approfondiscano o facciano capire la realtà che viviamo».
L’informazione può essere super partes?
«Abbiamo conduttori che sanno gestire ogni situazione, un editore come Cairo che ci lascia liberi, ed è fondamentale per una rete fatta in questo modo. Sono qui da tre anni e La7 è stata accusata di essere leghista, grillina, renziana, piddina, di sinistra, di destra: significa che siamo equilibrati, rappresentiamo tutti e attacchiamo tutti».
Renato Franco, Corriere.it