Dopo dodici anni, ClioMakeUp lascia la Grande Mela per tornare a casa, nella sua Italia. Il rientro era già in programma, ma la pandemia ha accelerato i tempi della re-location. L’abbiamo sentita per farci raccontare come la sta affrontando
Aveva iniziato ad anticiparlo già ai tempi del lockdown, dicendolo tra le righe a Vanity Fair durante una delle dirette per le #VFQuarantineStories. Ci aveva provato già una volta a lasciare la sua New York per trasferirsi da un’amica quando la pandemia stava dilagando. Le sue ragioni le aveva esposte, in lacrime, in una IG Story: «Non mi sento più sicura.
Quando pensi al livello di povertà che c’è nella città, quando abbiamo capito che il popolo americano non è per niente uguale al popolo italiano, perché la gente fa la fila fuori dai negozi di armi anziché ai supermercati per comprare carta igienica, abbiamo iniziato ad aver paura della reazione della gente più che del virus».
Allora, però, era metà marzo, in pieno covid, e Clio, in attesa della sua seconda figlia, aveva preso una decisione dietro la spinta emotiva innescata dalle curve di contagio che salivano e così aveva scelto di mettere al sicuro la famiglia e di rifugiarsi dall’amica Giuliana. Ora è tutta un’altra storia: Clio lascia gli Stati Uniti per sempre.
La decisione è presa e c’è anche una data, il 1 settembre 2020. ClioMakeUp, 37 anni di Belluno, all’anagrafe Clio Zammatteo, mamma di Grace, 3 anni, e di Joy, nata in piena pandemia il 22 aprile 2020, ha un biglietto di sola andata per tornare «a casa» con il marito Claudio Midolo. Sarà un felice back to Italy, il paese dal quale non è mai riuscita a staccarsi durante il suo soggiorno di dodici anni nella Grande Mela.
Nel frattempo Clio, che era partita appena ventenne, Oltreoceano è diventata una beauty influencer seguitissima con una community di beauty addicted di 3 milioni di followers su Instagram, ha lanciato il suo brand omonimo e ha creato un’azienda che fattura 9 milioni di euro con 35 dipendenti. Da settembre tutto questo continuerà ad evolversi nella sua terra, vicino ai suoi cari, dove la pandemia da coronavirus non fa così paura.
L’abbiamo raggiunta per farci raccontare della sua re-location avvenuta a causa di questa inaspettata emergenza sanitaria, fenomeno che sta interessando molti non-americani negli Stati Uniti che, a causa del covid 19, scelgono di tornare nella loro nazione, siano esse celebrities, che non famosi. Tra i vip c’è anche l’attore Zac Efron che ha lasciato Hollywood e si è stabilito nella sua Australia con ben poche intenzioni di tornare in Usa. E se per alcuni tornare indietro è stata una scelta forzata, come si dice nel mondo anglosassone, blessisng from the sky, ovvero non tutti i mali vengono per nuocere perché talvolta ricominciare riserva tante sorprese. Intanto abbiamo raggiunto Clio in questa strana estate in cui sta impacchettando la sua vita americana per chiudere una parentesi e aprirne un’altra.
Com’è maturata la decisione?
«È da tempo che volevamo farlo. Con mio marito Claudio ne parliamo da più di due anni, spinti dal desiderio di avvicinarci alle nostre famiglie e al team. L’arrivo di Grace e Joy ha reso ancora più forte la nostra volontà di rientrare in Italia. Per la tempistica negli ultimi mesi ha indubbiamente inciso anche l’emergenza covid e la priorità di ricongiungerci quanto prima ai nostri affetti in Italia. Così abbiamo scelto di ritornare a settembre, anticipando di sei mesi il piano di rientro che avevamo inizialmente ipotizzato per la primavera del 2021».
Non è l’unica, in tanti, anche celebs, stanno lasciando Usa e Los Angeles, cosa sta succedendo, è la fine dell’American Dream?
«Più che la fine dell’American Dream, direi che stiamo assistendo a un cambiamento importante del sogno americano così come l’abbiamo sempre immaginato da questo versante dell’Oceano. Nello specifico, la vita a New York è diventata molto più complessa e difficile, specialmente in seguito alla crisi sanitaria degli ultimi mesi. I prezzi sono lievitati e molte attività commerciali hanno chiuso. E a oggi la ripresa, post superamento della fase del lockdown, stenta decisamente ad arrivare. Ecco perché credo sia importante andare oltre la nostra idea convenzionale di American Dream, a favore di un’esperienza di vita all’estero, in America o in qualsiasi Paese in cui si possa crescere, misurandosi con una cultura, una lingua, un ambiente da cui ricevere importanti stimoli e strumenti per trovare la propria strada, anche in mezzo alle molte difficoltà legate alla distanza dalla propria casa di origine. Questo è ciò che abbiamo ricevuto e portiamo con gratitudine dentro il cuore dopo questa esperienza di 12 anni a New York».
Com’è ricominciare a 37 anni con due figlie, un marito e un business avviato?
«Avendo già una realtà imprenditoriale avviata in Italia, l’avvicinamento al nostro Paese, alle nostre famiglie e al team ClioMakeUp, renderà sicuramente più facile la gestione quotidiana delle attività, insieme all’avvio di tanti nuovi progetti che potremo seguire senza più doverci misurare con i limiti della distanza e del fuso orario».
Cosa si porterà nel cuore degli Stati Uniti?
«Questi anni mi hanno dato tanto. Vivere a New York mi ha dato la forza di trovare e poi percorrere la mia strada e anche il coraggio di inseguire i miei sogni e di costruire la realtà di ClioMakeUp. Porterò con me, con particolare affetto, il ricordo dei primi anni. Siamo arrivati con mio marito senza nulla, spinti dal desiderio di realizzare qualcosa che desse valore e significato alla nostra scelta di vita. Ripartiamo con tanto. Due meravigliose figlie, quattro gatti e l’immensa soddisfazione di aver trasformato un desiderio, una passione per la cosmetica in una realtà d’impresa. Ma la nostra avventura americana non finisce qui. Con il rientro in Italia si apre un nuovo capitolo della nostra vita ma il legame con New York non si è dissolto e rimarrà nel tempo più forte che mai».
Come immagina il suo futuro?
«In questo momento sono molto concentrata sulla felicità che provo nel riabbracciare la mia famiglia, sull’entusiasmo di lavorare ancora più a stretto contatto con il mio team, realizzare tanti nuovi progetti insieme e sviluppare ancora più prodotti per ClioMakeUp. Mi riempie di gioia pensare alle mie bambine che inizieranno una nuova scuola e una nuova esperienza di vita. Non vedo l’ora di far loro scoprire tutte le meraviglie che offre l’Italia. Dai piccoli borghi alle infinite bellezze naturali, c’è così tanto da vedere nel nostro Paese e finalmente potremo avere il tempo di farlo».
Paura, eccitazione, voglia di fare? Quali sono i sentimenti dominanti in questi giorni?
«Ho un mix di emozioni contrastanti, tanto che ultimamente dormo poco. Il rientro è ciò che volevo da un po’ di tempo ma non nascondo che mi fa molto effetto lasciare la vita che ho vissuto in questi ultimi dodici anni anche se dopo il covid, qui come in tutto il mondo, molte cose sono cambiate. Lascio con gratitudine e un po’ di nostalgia la città che mi ha dato tanto, ma su tutto prevale la felicità di ricongiungermi alla mia terra».
Sta trascorrendo un’estate a fare pacchi e valigie, quanto è difficile mettere in una scatola 12 anni di vita, come sta selezionando ciò che porterà con sé?
«In realtà non è stato così difficile. Abbiamo tenuto tante cose a New York perché quando capiterà di ritornare qualche volta non vogliamo entrare in una casa vuota. Abbiamo messo in valigia soprattutto vestiti e strumenti legati al nostro lavoro. Per me e Claudio era prioritario partire con le nostre bambine e i nostri gatti. Tutto il resto passa decisamente in secondo piano».
Che cosa porta con sé del suo arsenale di bellezza, ha colto l’occasione per fare pulizia?
«Sì, assolutamente. A parte le cose di lavoro che ho spedito in Italia, nel mio beauty case ho cercato di puntare all’essenziale, un correttore, un mascara, una palette per gli occhi, un illuminante, al massimo due rossetti. Ho portato un pezzo per ogni prodotto perché, specialmente i primi giorni, durante la quarantena di due settimane prevista dopo il rientro, non mi truccherò molto».
Dove sarà la sua base?
«La vita lavorativa a Milano e quella privata in prossimità di Milano».
Se le sue figlie un giorno volessero andare negli Usa come ha fatto lei le sosterrebbe?
«Ne sarei felice. Potranno fare ciò che desidereranno. Loro sono nate qui e se vorranno tornare sarò la prima a spronarle a buttarsi in nuove esperienze e magari un giorno, quando saranno più grandi, ci ritornerò insieme a loro».
Alessandra Paudice, Vanityfair.it