Il tastierista Robert O’ Donnell lascia intendere che il successore di “4:13 Dream” potrebbe essere il disco d’addio della leggenda new wave inglese. E, proprio per questo, sarà “il più intenso, il più triste, il più drammatico e il più emotivo” della loro carriera
Nonostante l’attività live non si sia mai fermata, i Cure non entrano in sala di registrazione da dodici anni, l’ultima uscita infatti, “4:13 Dream”, tredicesimo album della band britannica, risale al 2008.
Un’attesa per tutti i fan della formazione, entrata nella prestigiosa Rock ‘n’ Roll Hall Of Fame nel 2019, che a quanto pare sarà breve ma anche particolarmente emozionante. Questo perché per ascoltare questa nuova produzione non si dovrà attendere oltre il 2020, e in più il tastierista Roger O’Donnell, parlando con Classic Pop, ha dichiarato che i Cure si sono presi questa lunga pausa proprio per l’intenzione che hanno di produrre il miglior album in assoluto della loro storia.
“Quattro anni fa – ha raccontato O’Donnell – ho detto a Robert ‘Dobbiamo fare un altro album. Deve essere il più intenso, il più triste, il più drammatico e il più emotivo della nostra intera carriera e poi possiamo uscire di scena così. Lui era d’accordo con me. Ascoltando i demo posso dire che questo album sarà proprio come volevamo. Penso che piacerà a tutti quanti”.
In realtà il primo a parlare di questa nuova avventura discografica è stato il cantante Robert Smith, ma O’Donnel aggiunge oggi dei particolari che creano enormi aspettative. “Il problema – ha proseguito – è che sono passati 12 anni dall’ultimo album quindi questo nuovo lavoro è diventato prezioso. Quando hai alle spalle un repertorio come quello dei Cure, devi dimostrare di essere all’altezza di tante cose. Robert ha detto ‘Se i Cure hanno da dire qualche altra cosa, allora deve essere qualcosa di importante e sarà meglio che sia una cosa davvero buona’”, e allora “questo album sarà incredibile. – conclude il tastierista – Vi chiedo solo un po’ di pazienza”.
Agi