Elettra Lamborghini: Bologna (e il resto scompare)

Elettra Lamborghini: Bologna (e il resto scompare)

Emiliana da generazioni, Elettra Lamborghini racconta di cavalcate sui colli e bagni di notte a Riccione. Perché è qui che vorrebbe, un giorno…

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Alice, Samuele Bersani, Orietta Berti, Luca Carboni, Raffaella Carrà, Raoul Casadei, Caterina Caselli, i Cccp, Cesare Cremonini, Cristina D’Avena, Lucio Dalla, Dente, l’Equipe 84, Fiordaliso, Francesco Guccini, Le luci della centrale elettrica, Luciano Ligabue, Lo Stato Sociale, i Massimo Volume, Milva, Gianni Morandi, Andrea Nardinocchi, Nek, i Nomadi, gli Offlaga Disco Pax, Laura Pausini, Luciano Pavarotti, Nilla Pizzi, Vasco Rossi, i Sangue Misto, Scialpi, gli Skiantos, Arturo Toscanini, Giuseppe Verdi, Nina Zilli e Zucchero.

In mezzo all’elenco alfabetico di cantanti, musicisti e compositori di ogni genere, nati e cresciuti in Emilia-Romagna, alla lettera L c’è Elettra Miura Lamborghini. «La mia terra è musica, certo. Ma la mia l’ho cercata fuori: se si parla di reggaeton, scusate, in Italia l’ho portata io», rivendica.

Su Instagram, dove quasi 6 milioni di persone la seguono ogni giorno, ha mostrato una location sul Lago di Garda per il suo matrimonio con il dj olandese Afrojack, previsto per settembre. «Ma è tutto ancora sospeso, per il coronavirus», confessa. Non ha mai davvero pensato, però, di sposarsi nella sua terra, a Bologna, come sarebbe piaciuto a papà Tonino, per onorare la tradizione. «Decido io». E anche se non si sposa lì, «penso che  la mia città sia perfetta per viverci, si sta benissimo, è a misura d’uomo, è verde… Certo, con il nostro stile di vita sarebbe un casino». Non ha tutti i torti: lo stile di vita, lavoro a parte, è un aereo personale che porta i due fidanzati a raggiungersi in ogni angolo del mondo, dove lavorano o dove abitano, da Miami ad Amsterdam, da Milano a Dubai.

Se le chiedi quale sia il suo posto del cuore, il primo che le viene in mente è la metropoli della Florida, «perché è lì che ho scoperto la passione per la musica latina e il reggaeton». Se le chiedi qual è la sua «casa», però, ti risponde: «Il mio cavallo, Lolita, con cui sono cresciuta. Sta da sempre in un maneggio di Bologna. Quindi tornare lì, da lei, e fare una passeggiata sui colli mi fa ridiventare bambina, era lì che andavo anche a 10 anni per liberare la mente».

Quindi ritorniamo a Bologna. Ha dei posti «speciali» in città?
«Tutte le volte che torno mi godo la vita, e il mio fidanzato l’ho preso per la gola. Non che abbia il tempo di tirare la sfoglia, anche se nonna Luciana me l’ha insegnato, però lo porto nelle osterie tipiche, dove l’ho tramortito con mille dolci».

D’estate andava in riviera romagnola?
«Sì, passavo l’estate là, nella casa di Riccione (in alto, sul bagnasciuga da bambina, ndr). Ho dei ricordi bellissimi, le nottate in spiaggia, la discoteca. Quando hai 16 anni e gli ormoni a palla, i primi amori, i bagni alle tre di notte con l’acqua ghiacciata… Ho nostalgia, rifarei tutto mille volte».

Che rapporto ha con Riccione?
«Adesso ci torno per lavoro, e l’accoglienza è sempre calorosissima. Non vedo l’ora di tornarci da mamma, se avrò dei bimbi».

Ci sta pensando?
«Macché. In questo momento spostarsi è difficilissimo, e io e il mio ragazzo siamo spesso separati. Sa come si dice dalle mie parti? Facciamo come quelli di Faenza».

Ossia?
«Facciamo senza».



Vanityfair.it

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