L’inedito di Hemingway che rilancia un mito della letteratura

L’inedito di Hemingway che rilancia un mito della letteratura
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Ernest Hemingway ci stupirà ancora. Nell’archivio della John F. Kennedy Library and Museum è stato trovato un racconto inedito del famoso scrittore americano. Si tratta della biblioteca presidenziale di Boston che ospita la più grande collezione dedicata al premio Nobel per la letteratura di cui il presidente Kennedy aveva grande stima.

È stato Sean Hemingway, il nipote di Papa (soprannome dello scrittore per amici e ammiratori), a trovare le pagine inedite in mezzo a vecchi documenti dell’autore. «Non sono sicuro del motivo per cui finora questo racconto abbia ricevuto così poca attenzione tra chi ha esaminato in passato le carte di mio nonno», ha detto Sean. «Certamente è una gemma tra il materiale inedito».

Il racconto breve è stato intitolato Pursuit as Happiness, letteralmente Ricerca come Felicità. Per ora è stato pubblicato sulla rivista New Yorker; mentre l’uscita in un volume dell’inedito è prevista entro fine anno negli Stati Uniti, quando sarà incluso in una nuova edizione del capolavoro Il Vecchio e il Mare, edita da Scribner.

La storia di Pursuit as Happiness è incentrata su un’altra battuta di pesca e si suppone sia ambientata nei primi anni 30, durante un soggiorno estivo dello scrittore a L’Avana. Una storia autobiografica, in cui il narratore e protagonista è alle prese col «più grande dannato marlin che abbia mai nuotato nell’oceano».

L’uomo si chiama proprio Ernest Hemingway. E racconta: «Quando l’abbiamo visto, abbiamo capito quanto fosse grande. Non si poteva dire che fosse spaventoso. Ma è stato fantastico. Lo abbiamo visto lento e silenzioso e quasi immobile in acqua con le sue grandi pinne pettorali come due lunghe lame di falci viola. Poi ha visto la barca e la lenza ha iniziato a correre fuori dal mulinello come se fossimo agganciati a un’automobile e ha iniziato a saltare verso nord-ovest con l’acqua che scorreva da lui ad ogni salto…». Una battuta di pesca al dannato nemico che si mescola con la conquista della pace, della libertà e della felicità.

Gli elementi stilistici ci sono tutti perché le pagine di Pursuit as Happiness diventino il nuovo successo di Ernest Hemingway 59 anni dopo la sua scomparsa. La scrittura è asciutta, povera e schematica, quella che con solo tre parole o poco più lascia il lettore sospeso e breathtaking, senza fiato. Poi, la sottile ironia e un linguaggio moderno lo tengono agganciato, come se fosse lui ad essere trascinato dal grosso pesce, anche se nella realtà non saprebbe neanche prendere in mano una canna da pesca.

Nei romanzi di Hemingway la figura dell’antieroe è sempre centrale. I suoi protagonisti non sono mai dei valorosi cavalieri senza macchia. Sono dei falliti, uomini dalla vita spezzata più volte. Il coraggio e l’eleganza nelle avversità sono due temi ricorrenti, in cui uno non esiste senza l’altra. Quelle avversità che si possono incontrare sia affrontando la vita con coraggio, sia difronte alla morte.

Come mai il grande scrittore piace ancora così tanto? Perché ha rivoluzionato la letteratura contemporanea, mettendo al centro uomini comuni nei quali il lettore s’immedesima facilmente. Poi la figura del narratore non è più quella di qualcuno seduto ad una scrivania, rintanato nel suo studio e isolato dal resto del mondo; ma è quella di un nomade che scrive di ciò che vive e di ciò che ama. Così Hemingway piace agli uomini e alle donne di tutte le età e di tutte le nazionalità. Per questo il suo mito è così grande ancor oggi. Ed è destinato a rimanere inalterato nel tempo.


Caterina Pagani, Ilmiogiornale.net

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