Riaperta a Bologna con ingressi contingentati e nuovi orari, fino al prossimo 2 giugno, la mostra “Domenica Regazzoni Lucio Dalla a 4 mani”, ospitata nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio, inaugurata il 3 marzo scorso e sospesa a causa dell’emergenza COVID-19.
L’esposizione, curata da Silvia Evangelisti e organizzata in collaborazione con il Comune di Bologna e la Fondazione Lucio Dalla, presenta una selezione di trenta opere, soprattutto inedite, e pone l’accento sulla stretta relazione tra arte e musica, che da sempre caratterizza la poetica di Domenica Regazzoni. La mostra continua ad essere visitabile grazie a un approfondito e vivace video documentario con interventi della curatrice, su musiche di Lucio Dalla del quale è presente uno storico commento.
Il titolo, citazione di un commento dello stesso Dalla, esprime il profondo e intenso legame tra il cantautore e l’artista, che ha voluto ricordarlo e omaggiarlo attraverso lavori realizzati tra il 1998 e il 2019. Fonte d’ispirazione per Domenica Regazzoni sono quattordici canzoni fra cui Henna, Com’è profondo il mare, Milano, Scusa, Cosa sarà, L’ultima luna, delle quali sono riportati dei frammenti alla base dei pannelli espositivi. Inoltre, la musica diffusa all’interno della sala, un inedito arrangiamento di Nun parlà e Occhi chiusi – nato dalla collaborazione tra Lucio Dalla e Cesare Regazzoni, fratello dell’artista – contribuisce a far vivere al visitatore un’esperienza totalizzante. Si crea quindi in mostra un’atmosfera raccolta, intima e avvolgente che valorizza il dialogo fra tele, colore, melodia e parola.
Nei lavori esposti risalta immediatamente lo spessore materico, restituito dalla juta, dalle garze, dal gesso e dai colori a olio, che caratterizza la cifra stilistica di questa collezione ed è particolarmente visibile nelle opere Amen (1998) e Notte (2000).
La ricerca sperimentale scultorea intrapresa a partire dal 2003, in memoria del padre maestro liutaio, è descritta nel quadro-scultura Ciao (2016) in cui una mano e un piede connessi da una catena rappresentano fisicamente l’espressione “di là qualcuno muore / qualcun altro sta nascendo”, tratta dal singolo che dà il nome all’album del 1999.
Sono inoltre presenti creazioni fortemente liriche come Caruso (2019) e Le rondini (2000) accanto ai soggetti di suggestione più figurativa come in Là (2001) e vicino a lavori con forti richiami all’astrattismo come Baggio Baggio (2019).
“Sono quadri sorprendenti, svelano delle sfumature dei miei brani che io stesso non conoscevo. Aggiungono significato e completano le mie canzoni”, sosteneva Lucio Dalla in un’intervista nel 2000.
Completa il percorso espositivo un breve filmato che raccoglie significative interviste in cui lo stesso Dalla dà testimonianza della profonda amicizia con Regazzoni.