La pandemia richiede un cambiamento epocale per gli Academy Awards: solo per il prossimo anno, potranno gareggiare alle nomination anche i film non passati in sala ma rilasciati direttamente in streaming, purché sia stata pianificata un’uscita al cinema. L’Academy ha inoltre introdotto l’Oscar asl miglior sonoro, che unisce i premi preesistenti per mixaggio e montaggio.
Rivoluzione clamorosa per gli Oscar: nell’edizione 2021 degli Academy Awards potranno essere candidati anche i film distribuiti direttamente in streaming e non passati in sala. Un cambiamento epocale ma dettato non dallo strapotere delle piattaforme come Netflix e Disney + bensì, com’è facile immaginare, dall’epoca straordinaria che stiamo vivendo per via della pandemia da coronavirus. Attenzione, però: il cambiamento non è permanente e riguarda solo i film di quest’anno. La 93a edizione dei premi Oscar è prevista per il 28 febbraio 2021.
A obbligare l’Academy a questa decisione, peraltro già presa anche dai Golden Globe, è la chiusura totale dei cinema negli Stati Uniti: le sale resteranno bloccate a tempo indeterminato e non è ancora chiaro se riapriranno prima del prossimo anno (le previsioni sono piuttosto pessimistiche a riguardo). Pertanto, è ipotizzabile che in autunno i tanti film già slittati potrebbero non avere scelta e uscire direttamente in streaming nei prossimi mesi. La nuova regola è necessaria per far sì che la prossima edizione degli Oscar si svolga regolarmente. “Crediamo fermamente che non vi sia modo migliore per provare la magia dei film del vederli in un cinema. Il nostro impegno in tal senso è invariato e costante”, ha spiegato il presidente dell’Academy David Rubin, “Tuttavia, la storica tragedia della pandemia di Covid-19 richiede l’adozione di una temporanea eccezione alle nostre regole di ammissibilità dei premi”.
Cosa cambia rispetto al passato, quando un film doveva uscire in sala per almeno sette giorni prima di passare sulla piattaforma per essere candidabile (come nel caso di “Storia di un matrimonio”, per fare un esempio)? Stavolta, i titoli potranno uscire direttamente in streaming, ma comunque con una data pianificata precedentemente per l’uscita nei cinema. Inoltre, dovranno essere resi disponibili sul sito streaming riservato all’Academy entro 60 giorni dalla pubblicazione sulle piattaforme. Insomma, se una casa di distribuzione programma l’uscita in sala di un film ma è poi costretta a lanciarlo in streaming perché le sale sono ancora chiuse, quel film è candidabile agli Oscar. Ne consegue che i film distribuiti direttamente in streaming, senza la pianificazione di un’uscita in sala (per fare un esempio, il remake di “Lilli e il vagabondo”), restano esclusi dalla corsa alle nomination. Questa modifica della regola è in vigore fino a nuovo avviso. L’Academy prevede di reintrodurre a un certo punto la regola dell’uscita al cinema come condizione obbligatoria per concorrere agli Oscar, eliminando però la norma secondo cui un film, per essere candidato, deve uscire obbligatoriamente nella Contea di Los Angeles (“Saranno incluse ulteriori aree metropolitane statunitensi come New York, la Bay Area, Chicago, Miami e Atlanta”).
Altro cambiamento comunicato dall’Academy è l’introduzione di un nuovo premio, quello per il miglior sonoro, che andrà a inglobare e a sostituire le categorie preesistenti di miglior montaggio sonoro e miglior mixaggio sonoro. L’inevitabile sovrapposizione tra le due ha portato l’ente americano a semplificare il tutto creando un unico riconoscimento.
Valeria Morini, Fanpage.it