L’attore franco-svedese, preferito da Ingmar Bergman, aveva 90 anni. Nella sua lunga carriera ha lavorato in ‘I tre giorni del Condor’, è stato diretto da Wim Wenders, Woody Allen e Dario Argento. È stato anche il veggente nel ‘Trono di Spade’
È morto a 90 anni Max von Sydow, tra gli interpreti preferiti di Ingmar Bergman e in tanti film di successo, dal sarcedote archeologo nell’Esorcista al Risveglio della Forza, ma anche il veggente Corvo con tre occhi nella saga televisiva Trono di Spade. Nato in Svezia il 10 aprile 1929, è morto in Francia dove viveva da tempo con la seconda moglie, la produttrice francese Catherine Brelet. “È con il cuore spezzato e con infinita tristezza che abbiamo l’estremo dolore di annunciare la scomparsa di Max von Sydow”, ha detto la moglie Catherine con cui era sposato dal 1997.
Max von Sydow ha iniziato a recitare nei teatri svedesi nei primi anni Cinquanta. Sul palcoscenico incontra il suo mentore Ingmar Bergman che lo sceglie per Il settimo sigillo nel 1957. Inizia una fitta collaborazione che va avanti per oltre una decina di titoli tra cui Il posto delle fragole (1957), Il volto (1958), La fontana della vergine (1960), Come in uno specchio (1961), Luci d’inverno (1963), L’ora del lupo (1968). Dei ruoli interpretati per il regista svedese rimane memorabile quello del cavaliere Antonius Block e della partita a scacchi con la Morte in Il settimo sigillo. Di ritorno dalle Crociate, insieme al suo scudiero, Block incontra un essere vestito di nero: è la Morte che vuole portarlo con sé. Il cavaliere ha il sangue freddo di sfidarla a una partita a scacchi, se riuscirà a batterla avrà salva la vita. Il film è tornato in sala in versione restaurata nel 2018 in occasione del centenario della nascita di Ingmar Bergman e a cinquant’anni dall’uscita nelle sale italiane.
La sua carriera si sposta poi a Hollywood dove interpreta Gesù in La più grande storia mai raccontata (1964), è padre Merrin, il prete archeologo in L’esorcista (1973) di William Friedkin e lo spietato killer Joubert in I tre giorni del Condor (1975) di Sydney Pollack. Ha lavorato in La morte in diretta (1980) di Bertrand Tavernier, in Flash Gordon (1980) in cui è il feroce imperatore galattico Ming, in Hannah e le sue sorelle (1986) di Woody Allen.
Dalla metà degli anni Settanta è attivo anche nel cinema italiano: è diretto da Alberto Lattuada in Cuore di cane (1976), è nel cast di Cadaveri eccellenti (1976) di Francesco Rosi, Il deserto dei Tartari (1976) di Valerio Zurlini, Gran bollito (1977) di Mauro Bolognini, Non ho sonno (2001) di Dario Argento. Molto amato dagli autori europei, da Wim Wenders (Fino alla fine del mondo, 1991) a Lars von Trier (Europa, 1991), partecipa al biopic su Bergman Con le peggiori intenzioni (1993) e all’esordio dell’amica e collega Liv Ullmann (Conversazioni private, 1997).
In tarda età è stato diretto da Steven Spielberg in Minority Report, da Martin Scorsese in Shutter Island e da J.J. Abrams in Star Wars Il risveglio della Forza. in cui è Lor San Tekka, anziano abitante di Jakku, che consegna la mappa per raggiungere Luke Skywalker.
Ha lavorato molto anche per la tv e tra le sue ultime interpretazioni, il Corvo con tre occhi nella saga del Trono di Spade. Nella sua lunga carriera è stato nominato due volte agli Oscar: nel 1989 come miglior attore protagonista per Pelle alla conquista del mondo di Bille August e nel 2012 come miglior attore non protagonista per Molto forte, incredibilmente vicino di Stephen Daldry.
Repubblica.it