Non solo sms, post-it o messaggi Instagram: l’ex premier dice addio alla 34enne tramite una nota di Forza Italia. Dopo dieci anni insieme che, c’è da dire, non sono stati tra i migliori del politico. Lei replica con amarezza. E, in mezzo, c’è già il nome di un’altra. Non si meriterebbe almeno la «custodia» di Dudù?
Lasciarsi per sms è ormai (brutta) abitudine sdoganata. C’è poi chi per dirsi addio continua ad alzare (almeno) il telefono. E ci sono i famosi che chiudono matrimoni e semplici flirt con identici comunicati ufficiali mandati online sui rispettivi profili nel medesimo secondo. Nel migliore dei casi accompagnati anche da una foto dei bei tempi che furono. Nei peggiori, invece, basta uno sfondo monocolore.
Infine c’è addirittura chi sparisce. Nel nulla. Smette di rispondere alle telefonate, dà buca agli appuntamenti, e all’altro non resta che recepire il messaggio, farsene una ragione.
Il New York Times l’ha chiamato «ghosting», letteralmente, «dileguarsi come un fantasma». E le cronache di Hollywood narrano da anni, sebbene lei abbia più volte smentito, che tale tecnica sia stata usata da Charlize Theron per mettere fine al rapporto con Sean Penn. E ancora, in una puntata di Sex and the City, Carrie Bradshaw manifestava tutto il suo disappunto per essere stata mollata con un post-it.
Ma ora, ai tempi del Coronavirus, il manuale del lasciarsi acquista una nuova pagina. Il rapporto tra Francesca Pascale, 34 anni, e Silvio Berlusconi, 83, nelle ultime ore è passato (almeno pubblicamente) da «relazione sentimentale o di coppia» a «rapporto di affetto e di vera e profonda amicizia» in un paio di righe, diffuse – e qui viene il bello (o il brutto) – dalla comunicazione di Forza Italia. Una nota in cui lui è il «Presidente» e lei la «Signora».
Il rapporto tra i due ufficialmente è durato dieci anni, e c’è da dire non sono stati tra i migliori dell’ex premier. Era il 2010 quando i quotidiani italiani titolavano «Francesca Pascale, da Telecafone a fidanzata del Presidente». Francesca fino a quel momento era stata una giovane esponente del Pdl campano, l’organizzatrice dei comitati «Silvio ci manchi». Da lì al trasferimento ad Arcore, il passo è stato breve. Sono arrivati i ritratti ufficiali nel salotto di casa, le foto con i barboncini in primo piano, con lei che rivoluziona persino la lista della spesa di palazzo Grazioli, eliminando quei fagiolini troppo costosi. Francesca, negli anni, ha digerito sorrisini, commenti ostili, la ferocia degli hater, malelingue di qualsiasi tipo. D’altronde, erano facilmente prevedibili. Non ha mai commentato le inchieste sulle Olgettine, si è commossa (più volte) dietro alla finestra del San Raffaele, ha portato il Cavaliere a Ravello alle nozze della sorella.
Ora, invece, la 34enne si mostra sorpresa. Al comunicato di partito ha replicato con una serie di dichiarazioni. L’intento è quello di ingoiare con classe, dalla villa che Berlusconi le ha regalato qualche anno fa, a una decina di chilometri da Arcore, ma il risultato è tutt’altro. «Sono stupita… L’unica cosa che posso dire è che al mio presidente vorrò sempre un infinito bene», ha fatto sapere all’AdnKronos, «Auguro al presidente tutta la felicità del mondo. E spero che possa trovare una persona che si prenda cura di lui come ho fatto io con lui». Ma dietro l’ultima frase di Pascale c’è dietro un mondo: «Mi fa simpatia vedere un deputato della Repubblica portare a spasso il mio cagnolino… Va bene così». E qui il riferimento è alle foto «rubate» del politico in compagnia della deputata azzurra Marta Fascina, ormai presenza fissa ad Arcore. Onorevole, classe 1990, originaria di Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, eletta nel collegio blindato Campania 1 (la regione della Pascale) alle ultime elezioni del 2018. I due sono stati fotografati davanti a un hotel svizzero, prima di salire insieme a bordo di un elicottero.
Tutti sapevano da un bel pezzo, spiegano i ben informati. Ma la nota taglia ufficialmente fuori dai giochi l’ormai ex First Lady. Che, a quanto pare, avrebbe gradito qualche attenzione in più. O almeno che le si restituisca Dudù.
Vanityfair.it