Streaming, così la sfida in Italia

Streaming, così la sfida in Italia

A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, lo streaming video online degli editori italiani non se la passa poi così male. A guardare invece tutta la realtà, c’è ancora molto da fare: Mediaset si difende in quanto a utenti attratti, ma Netflix è capace di tenerli incollati e Amazon Prime Video cresce sempre più, il tutto con una Rai che ancora non è riuscita a sfruttare al meglio quanto può offrire. Il quadro arriva dai dati forniti da comScore che per prima ItaliaOggi pubblica in Italia e che mettono a confronto i siti dei grandi operatori della tv con quelli dei grandi player online, mostrando anche come siano diverse le strategie sullo streaming e quindi anche i risultati.

In qualsiasi modo si guardi la tabella in pagina c’è un soggetto sempre in testa, e in verità non sorprende: YouTube che attrae il 90% dell’audience totale di internet del mese, ovvero 35,4 milioni di utenti sui 39,2 milioni che a dicembre 2019 hanno navigato online. C’è poi un altro dato, importante soprattutto quando si parla di contenuti video: il tempo di permanenza sul sito dei navigatori. YouTube ha totalizzato nel mese 16 miliardi di minuti, pari a 7,5 ore per utente, un numero davvero elevato che mostra quanto sia alto l’engagement. Nessun altro operatore raggiunge tali livelli, ma è anche vero che stiamo parlando di un caso a parte, che ha dalla sua un enorme archivio gratuito di user generated content con tutto l’immaginabile o quasi. Gli altri player in classifica, per forza di cose, hanno un catalogo più limitato di contenuti che richiedono ingenti investimenti.

C’è però una sorpresa che emerge dai dati: il gruppo Mediaset è subito dietro YouTube, con 22,7 milioni di utenti unici, quasi sei utenti su 10 attivi nel mese. Qui c’è da fare una precisazione valida per quasi tutti i player italiani considerati: non si stanno confrontando specificatamente gli streaming video, ma le varie properties che comunque hanno all’interno anche i video del gruppo. In questo caso, oltre a Mediaset Play ci sono i vari Tgcom24, SportMediaset e così via, sui quali i filmati sono parte integrante. Non sempre il confronto è quindi appropriato ma comunque dà una misura dell’attrattività dei player televisivi oggi online.

Mediaset si difende anche per quanto riguarda il tempo speso sui propri siti, ma spunta l’insidioso rivale: Netflix scippa il secondo posto su questa metrica e la fa scendere al terzo. Se poi consideriamo il tempo per utente, con poco più di un’ora e quindici minuti il Biscione scende addirittura al quarto, dopo YouTube, Netflix e Timvision. Bene o male? Dipende, Mediaset gioca molto sui contenuti video snack, i due concorrenti che la precedono, basati su abbonamento, offrono serie o film e quindi il tempo per utente si moltiplica.

Non male anche il risultato di Sky Italia: terzo per numero di utenti (15,8 milioni) ma ben dietro Mediaset con un tempo per utente di appena 26 minuti, da migliorare.

Chi ha spazio per migliorare su tutti i fronti è sicuramente la Rai: 9,9 milioni di utenti al mese, il 25% di chi va online, un po’ pochi per la ricchezza di contenuti che produce, sebbene questi dati non comprendano i video offerti su siti terzi e la Rai ha una presenza importante su YouTube, per esempio. Probabilmente arriveranno in seguito i frutti del rinnovamento di RaiPlay, nel frattempo il tempo speso per utente è sui 36 minuti.

Al quinto posto arriva poi chi per diverse ragioni è il re dello streaming: Netflix. I dati di comScore danno al sito 6,7 milioni di utenti unici mensili. È giusto che sia in questa posizione? Se consideriamo il tempo totale speso da tutti i visitatori e quello per utente, Netflix è in entrambi i casi secondo dopo YouTube con 4 ore in media di permanenza al mese. Letta in logica televisiva e non del web, questo è tempo sottratto alla tv lineare, non tanto agli altri siti. C’è inoltre da sottolineare che i dati su cui stiamo ragionando non comprendono gli accessi al servizio su set top box o smart tv ma solo da sito desktop e mobile e i primi potrebbero fare la differenza.

A seguire si trova Dailymotion, il portale di Vivendi che come concetto si avvicina a YouTube, poi Amazon Prime Video: oltre 5,5 milioni di utenti mensili e 48 minuti di permanenza media per il servizio streaming di Jeff Bezos. Attenzione perché Prime Video è in forte crescita (+28% su un anno prima) ed è destinato a scalare posizioni. Concludono la top ten Dazn, Discovery e La7, mentre più in basso si trovano Chili e Timvision. Il servizio di Tim in particolare ha 810 mila utenti unici al mese ma soprattutto 130 minuti di permanenza media di ciascun utente, un risultato notevole che lo pone al terzo posto dopo Netflix su questa metrica. Da considerare, inoltre, che il grosso dei consumi di Timvision si ha tramite set top box, essendo il servizio nato per gli abbonati fibra di Tim (e ora esteso anche agli altri) per cui questi dati sono solo una parte della fotografia.

Andrea Secchi, ItaliaOggi

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