Viaggio fotografico nella manifestazione più discussa del Paese
“Se vuoi capire il Paese c’è poco da fare, devi guardare Sanremo”, sostiene da tempo il sociologo Domenico De Masi. Certo è che, a 70 anni dalla sua prima volta, il festival è ancora in grado di catalizzare l’attenzione come poche altre manifestazioni
“Sanremo non è solo un concorso canoro, ma anche uno spettacolo in sé, con tutto ciò che si porta dietro (…) un caleidoscopio di musica, parole, televisione, fiori, abiti, gossip, polemiche e chi più ne ha più ne metta. (…) Al netto della magnifica giostra, da sempre e per sempre, a Sanremo, sono le canzoni le uniche vere protagoniste”, scrive Amadeus nella prefazione al bel libro fotografico curato da John Vignola, giornalista e conduttore radiofonico che da quasi 30 anni si occupa di musica.
Vignola, con un accurato lavoro, ha ripercorso la storia del festival per immagini: a partire da quel 1951, quando fu affidato a Nunzio Filogamo il compito di salutare “amici vicini e lontani” e di dare il via al primo Festival della Canzone Italiana, Tre concorrenti per 20 canzoni, vinse Nilla Pizzi con il suo Grazie dei Fiori. Giusto riconoscimento alla città che proprio dei fiori fa il suo marchio di fabbrica. Foto in bianco e nero che rimandano ad anni e atmosfere lontanissime. Le cantanti in abiti da sera e guanti lunghi, gli uomini in doppio petto e papillon d’ordinanza. La guerra ormai alle spalle, l’Italia viveva la sua rinascita, tra sogni ancora da venire e speranze non ancora infrante. Sono gli anni di Achille Togliani, del Quartetto Cetra, di Carla Boni. Debuttano Claudio Villa, Johnny Dorelli e Domenico Modugno (nel 1958 rivoluzionerà la musica con Nel blu dipinto di blu e le sue braccia aperte ad abbracciare il mondo intero).
Arrivano veloci gli anni Sessanta, con la rivoluzione giovanile che da lì a poco travolgerà tutto. Il bianco e nero comincia a lasciare il posto al colore, la melodia classica deve fare i conti con il rock che all’estero è già realtà. Il pubblico inizia a conoscere Mina, Adriano Celentano, Milva, Little Tony e Giorgio Gaber. Nel 1966 arriva a Sanremo anche Lucio Dalla. Mike Bongiorno è il presentatore simbolo. Il 1967 è l’edizione più tristemente celebre di sempre, per la morte di Luigi Tenco.
Gli anni Settanta sono considerati gli anni del declino, in un Paese che vive profonde lacerazioni. La manifestazione quasi sparisce dal palinsesto. Ma non mancano passaggi che sono pietre miliari: Lucio Dalla nel 1971 canta 4/3/1943 e arriva terzo. Una giovanissima Anna Oxa nel 1978 stupisce con il suo look da punk londinese, Rino Gaetano contesta il festival. Si allungano i capelli e le barbe. Nel 1977 dal Casinò ci si sposta all’Ariston. “Solo per alcuni anni”. Più di 40 anni dopo, siamo ancora lì. Gli anni Ottanta sono quasi uno schiaffo in pieno viso.
Eccessivi, vivaci, segnano un ritorno agli antichi fasti e sono zeppi di ospiti stranieri. Arrivano i Duran Duran, i Queen, Peter Gabriel, i Dire Straits, tra scenografie e costumi appariscenti. Pippo Baudo mette il suo sigillo, ma nell’86 Loretta Goggi è la prima donna a condurre. A segnare quegli anni, Vasco Rossi, Zucchero, Jovanotti e Al Bano e Romina e l’apertura alle Nuove Proposte nel 1984 (che vince Eros Ramazzotti). Fa discutere Loredana Bertè con il suo finto pancione nel 1986.
La golden age è quella degli anni Novanta. Grandi canzoni, il lancio di artisti capaci di lasciare il segno per i 20 anni successivi (da Laura Pausini a Giorgia, passando per i nuovi cantautori come Max Gazzé, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Carmen Consoli). Si fa notare nel 1994 tra le Nuove Proposte Andrea Bocelli, poi promosso a Big. Mattatore ancora per un po’ Pippo Baudo, ma torna anche Mike Bongiorno; Fabio Fazio a fine decennio, innova e trasforma. Viene anche reintrodotta l’orchestra, eliminata a favore del playback negli anni precedenti. Ancora grandi ospiti stranieri: Annie Lennox, Rod Stewart, Elton John, Madonna, che provoca un’invasione di fan nella cittadina ligure, Tina Turner, David Bowie.
Il festival di inizio millennio è improntato al rinnovamento e si apre a sonorità meno sanremesi. Fa discutere nel 2001 la presenza di Eminem, nell’anno in cui vince Elisa e in cui conduce Raffaella Carrà. Dalla fine del decennio inizia la presenza sempre più massiccia dei protagonisti dei talent, nati da poco. Nel 2009 vince Marco Carta, l’anno dopo Valerio Scanu, poi nel 2012 Emma e nel 2013 Marco Mengoni. I primi tre da Amici, l’ultimo da X Factor. In mezzo Roberto Vecchioni. Belen cattura tutta l’attenzione possibile sulla sua farfallina. Il fenomeno mondiale Il Volo si fa conoscere anche in Italia (2015) ed è successo per Virginia Raffaele chiamata da Carlo Conti (per tre anni consecutivi alla guida del festival, macinando record su record). Chiude il decennio il Baglioni bis che segue la linea della valorizzazione del nuovo cantautorato.
Ansa.it