“Conto alla rovescia“, il nuovo game show di Canale Cinque, continua ad attirare l’attenzione del pubblico e non per gli ascolti. Nei giorni scorsi la conduzione di Gerry Scotti era stata messa in discussione dal popolo del web. Numerosi telespettatori avevano criticato la sua lentezza nel gioco finale, il “Time Out”, dove il concorrente deve fornire venti risposte esatte in appena tre minuti di tempo.
La polemica si era innescata per il modo, giudicato lento e troppo discorsivo, di Scotti di porre le domande. Un atteggiamento che, secondo molti, avrebbe sottratto tempo e denaro al campione di turno.
Il popolare conduttore televisivo, che da anni presenta i game show preserali per Mediaset, però non ha gradito le critiche al suo indirizzo e nella puntata di giovedì sera, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Le critiche nei suoi confronti erano piovute sui social network sin dalla prima puntata. Ma solo ieri sera il conduttore ha detto la sua in merito. Gerry Scotti, durante il gioco finale, ha interrotto il quiz e in diretta ha replicato alle accuse. Il campione in carica, Antonio, stava rispondendo alla serie di venti domande in tre minuti. Come da regolamento, il montepremi accumulato si riduce con il passare del tempo: prima si arriva a venti risposte esatte maggiore sarà il premio finale. A metà percorso, il campione riesce a conquistare il momento di pausa (Time Out) avendo risposto positivamente a tre domande in sequenza e afferma: “Che fatica Gerry, è faticoso”.
Gerry Scotti ha colto così la palla al balzo per spiegare quanto sia difficile, anche per lui, stare dietro al tempo, replicando alle accuse: “Fatico anche io, perchè Io posso leggere, e lo dico a tutti i sapientoni da casa che sono più veloci: solo quando il computer mi dà il consenso, mi dice sì e mi dà la risposta. Quindi io non sono qui a farvi perdere tempo, io sono qui solo per farvi vincere, questo è chiaro”. Gerry Scotti ha ribadito la sua linea pulita nel quiz, sottolineando che il suo principale interesse è quello di far vincere il concorrente. La colpa sarebbe dunque del computer e del sistema di lettura domanda – risposta.
Novella Toloni, ilgiornale.it