L’attrice è andata a nozze nel giardino della loro casa di campagna col produttore, al suo fianco da 7 anni. Agli amici avevano detto che si trattava di una festa di compleanno…
Per gli invitati doveva essere una festa di compleanno, per i 40 anni di lei, compiuti lo scorso 13 agosto. Ma la festeggiata, a sorpresa, si è fatta trovare vestita di bianco. Così Kasia Smutniak ha sposato Domenico Procacci. Nel giardino della loro casa di Formello, nella campagna romana. L’aveva fatto anche Jennifer Aniston, quando il 7 agosto 2015 aveva invitato gli amici nel giardino della sua casa di Bel Air, Los Angeles. Ufficialmente per festeggiare i 44 anni di Justin Theroux, ma poi lei e il fidanzato ne avevano approfittato per una cerimonia di matrimonio.
A celebrare le nozze inaspettate di Kasia e Domenico è stato Sandro Veronesi; testimone della sposa, invece, Ferzan Ozpetek che più volte ha diretto l’attrice. Tra gli invitati, come racconta l’unica foto degli sposi condivisa in Rete, Luciano Ligabue. All’altare anche i due figli di lei, Sophie, 15 anni, nata dalla lunga relazione con Pietro Taricone, scomparso nel 2010 dopo un tragico incidente; e Leone, 5, avuto dal produttore.
La sposa a piedi nudi, con una coroncina di fiori tra i capelli; Procacci, invece, ha indossato una camicia bianca di lino. E come regalo di nozze, l’attrice ha chiesto di prolungare la raccolta fondi per la scuola che ha aperto in Nepal con la sua Pietro Taricone Onlus. La campagna «un dono per la mia scuola» inizialmente era stata lanciata per festeggiare i suoi 40 anni.
Lei e il produttore, 59, stanno insieme da sette anni. Ma l’attrice, nata a Pila, Polonia, ha imparato negli anni come bastare a se stessa nei momenti bui: «Ho trovato il piacere di stare da sola perché mi è capitato: ho dovuto farlo, ho dovuto capire come non avere sul groppone la mia vita ma farmela piacere», ha raccontato in un’intervista, alludendo anche alla tragica morte del padre della sua primogenita: «Quello è stato uno dei momenti, non l’unico».
Stefania Saltalamacchia, Vanity Fair