Nel corto studenti universitari, amicizia arma contro malattia
Insieme si è più forti di tutto, anche di una bestia nera come il cancro che distrugge la vita delle persone, e non solo di quelle malate: è questo il messaggio di “Tu come me“, cortometraggio di Maria Teresa Carpino e Roberto Orazi che sarà presentato il 31 agosto alla 76/a Mostra del Cinema di Venezia (28 agosto – 7 settembre). Realizzato dalla Mati Group e dall’Associazione Pancrazio di Roma con il Patrocinio della Regione Veneto, dello Ieo, della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), dell’Università Tor Vergata che ha ospitato le riprese, il film si ispira alla storia vera di Giacomo Perini, giovane malato oncologico che dall’età di 17 anni combatte contro un sarcoma osseo, e al suo incontro con Francesco Bugamelli, studente di medicina, e i ragazzi dell’Associazione Pancrazio. Nel racconto, Francesco e Giacomo sono entrambi studenti fuori sede, diversi per carattere ma molto amici: il primo, che studia per diventare medico, è poco dedito ai suoi doveri universitari e sempre pronto a divertirsi; il secondo invece è metodico e rigoroso, e riesce bene sia nello sport che nello studio.Quando la loro amicizia viene messa in crisi da futili motivi, sarà proprio la malattia che colpisce Giacomo, all’inizio anch’essa causa di allontanamento, a farli ritrovare: i ragazzi, messi alla prova, si scoprono trasformati ma ancora più forti insieme. Con un linguaggio che punta all’emozione, il corto vuole far comprendere quanto sia importante l’amicizia per affrontare nel migliore dei modi la malattia e per aggredirla con tutta l’energia possibile: un obiettivo che i ragazzi dell’Associazione Pancrazio (presieduta da Bugamelli e costituita da studenti di medicina desiderosi di dare una mano concreta ai pazienti) perseguono già da tempo, e con ottimi risultati. “Tu come me”, realizzato in 10 giorni di riprese (all’Università e al Policlinico di Tor Vergata e al circolo di canottaggio di Roma) infatti è un progetto che segue l’esperienza de “I fuori sede”, commedia teatrale con cui l’Associazione ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti irrinunciabili degli oltre tre milioni di pazienti oncologici italiani: il punto di partenza è sempre lo stesso, la voglia di ascoltare chi è malato e di dare voce alla sofferenza, ma soprattutto alla speranza, guardandosi in faccia tra ragazzi per scoprirsi uguali, pur nelle differenze.”L’Associazione Pancrazio fa incontrare quelli che saranno i medici di domani con i pazienti, affinché i primi, ancora studenti universitari, possano già iniziare a comprendere i reali bisogni di chi affronta la malattia, lungo le diverse fasi”, spiega all’ANSA Maria Teresa Carpino, regista e Art Director dell’Associazione, “è un’emozione grande vedere quanti benefici traggono i ragazzi malati che si rivolgono a noi. Ci scrivono, si sfogano e raccontano in piena libertà ciò che vogliono: poi nascono le amicizie. Chiudersi nella malattia fa male: noi infatti cerchiamo di arrivare a quanti più ragazzi malati possibile”. “E’ uno scambio continuo tra gli studenti e i ragazzi malati con cui entriamo in contatto”, prosegue, “proprio come accade nel corto, in cui Francesco impara da Giacomo a essere più serio, mentre quest’ultimo apprende dall’amico un po’ di leggerezza”. I progetti dell’Associazione non si fermano qui: “Il prossimo anno vogliamo organizzare corsi di teatro per pazienti a Milano, Roma e Padova, sempre con l’ausilio degli studenti di medicina”, dice, “e poi riprenderemo la tournée con I fuori sede. Infine saremo a New York, per la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo”. Intanto, il prossimo appuntamento sarà a Venezia con la presentazione ufficiale del film all’Hotel Executive (alle 19.30 in programma la proiezione e un dibattito aperto).
Marzia Apice, Ansa