Riccardino, l’ultimo capitolo della saga del Commissario Montalbano è conservato in un cassetto di una scrivania appartenuta a Elvira Sellerio. Ma negli anni Camilleri ha rivelato diversi particolari.
Il destino di Montalbano è conservato in un cassetto di una scrivania appartenuta a Elvira Sellerio, l’editrice che ha creduto in Andrea Camilleri e scomparsa nel 2010. Cinque anni prima, in un momento di fremente ispirazione, lo scrittore siciliano ebbe l’illuminazione per la fine del suo personaggio più riuscito e più amato.
Sappiamo di questa consegna perché fu lo stesso Camilleri, in un incontro del 2017, durante la manifestazione culturale Più libri, più liberi, a raccontare l’aneddoto al direttore di Radio 3, Marino Sinibaldi. Lo scrittore commentò la voce che da qualche anno e che voleva le preziose pagine conservate all’interno di una cassaforte. Come si trattasse di una gemma preziosa o di un tesoro inestimabile. E a pensarci bene, non sarebbe stato così strano. Il valore culturale di quel racconto è impossiibile da quantificare. E le copie che venderà saranno tantissime.
Il valore affettivo, però, superava qualsiasi altra stima economica. Per questo Camilleri volle affidarlo a quella che non era solo la sua editrice, ma quasi una sorella. Elvira Sellerio, con cui scambiava pareri, esperienze, consigli e ricordi.
Di quell’ultima opera sappiamo anche il titolo: Riccardino. E sappiamo anche che quella consegnata non è la copia definitiva. Il testo è stato rivisto e modificato. Non negli elementi essenziali ma nella forma, nello stile. Un lavoro di editing per migliorare quello che fu “scritto di getto seguendo la soluzione che mi piaceva”.
Sempre nel 2017, durante un’ospitata a Carta Bianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer, Camilleri regalò ai suoi fan anche qualche altro dettaglio sulla fine del Commissario. Innanzitutto nessuna autopsia: “Montalbano non morirà, ma non potrà più sbucare da nessuna altra parte. Se ne andrà, sparirà senza morire”. La sua paura allora non era la morte ma l’alzheimer. Pensava di non riuscire più a inventare storie, cosa che invece fece fino alla fine.
In una intervista a La Stampa, nel 2005, Camilleri anticipava altri elementi del manoscritto che sarebbe diventato Riccardino: “Il fatto che Montalbano – a differenza di altri personaggi seriali, come Sherlock Holmes o Maigret – invecchia, partecipa alla vita di tutti i giorni, mi rende sempre più difficile stargli dietro. Così ho deciso di scrivere il romanzo finale. Mi è venuta l’idea e non me la sono fatta scappare. Ma non è che finisce sparato o va in pensione o si sposa Livia, come piacerebbe ai lettori: ci voleva una trovata alla Montalbano per fargli abbandonare la scena. Anche se non è detto che questo libro uscirà subito, magari se mi viene ne pubblico prima qualche altro, o magari uscirà postumo. Nelle pagine che sto scrivendo c’è uno scontro continuo fra me e il personaggio. Montalbano si lamenta sempre, – sono vecchio, sono vecchio…-. Non è vero niente, gli rispondo, è che ti sei rotto le palle!”.
Alessandro Frau, Agi.it