Aveva 75 anni. Una lunghissima carriera di più di 170 titoli ma la popolarità la deve al film di Ridley Scott. Colpisce la coincidenza della morte nell’anno in cui era ambientato il film e in cui il suo Roy moriva, il 2019
È morto Rutger Hauer, il replicante di Blade Runner. Aveva 75 anni. La conferma viene dall’agente Steve Kenis che a Variety ha detto che l’attore è morto il 19 luglio nella sua casa olandese dopo una breve malattia e che il funerale si è svolto oggi. Una lunghissima carriera di più di 170 titoli ma la popolarità la deve al film di Ridley Scott accanto a Harrison Ford.”Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”. Con quel monologo, quello sguardo dagli occhi di ghiaccio e il grande talento per portare sul grande schermo l’ambiguità di Roy Batty è entrato nella storia del cinema, e con quel monologo oggi viene ricordato sui social dove tra i primi a omaggiarlo c’è stato il regista messicano Guillermo Del Toro. Nei tanti aneddoti che accompagnano quel film così iconico si dice anche che Hauer, che Scott aveva scelto dopo averlo visto in Fiore di carne e Soldato d’Orange, avesse suggerito egli stesso al regista come girare la scena, con la colomba bianca in mano, e avesse anche improvvisato alcune frasi del monologo. Il film, girato nel 1982, è ambientato nel 2019 per cui si può dire che l’attore è morto nell’anno in cui il suo personaggio più iconico moriva nella finzione cinematografica.Nato nella provincia di Utrecht ma cresciuto a Amsterdam, Rutger Hauer è un figlio d’arte, i genitori erano entrambi attori di teatro. La passione per la recitazione grazie a un gruppo sperimentale negli anni Sessanta finché cominciò a lavorare per una serie tv olandese, il salto al cinema grazie al regista olandese Paul Verhoeven con cui ha girato diversi film. L’attore ha lavorato anche con registi italiani, due volte con Ermanno Olmi (La leggenda del santo bevitore, Il villaggio di cartone), con Dario Argento nel ruolo di un vampiro (Dracula 3D) e Lina Wertmueller (In una notte di chiaro di luna).Il debutto a Hollywood avvenne accanto a Sylvester Stallone nel 1981 I falchi della notte, ma è grazie al ruolo del replicante Roy che la sua carriera fa un salto. Dopo la fantascienza l’altro filone molto frequentato dall’attore olandese è stato quello avventuroso, tra i suoi ruoli che rimangono memorabili c’è l’ex capitano della guardia Etienne Navarre in Ladyhawke accanto a Michelle Pfeiffer. Un altro dei suoi ruoli più interessanti è in The Hitcher – La lunga strada della paura, film del 1985 di Robert Harmon, in cui interpreta un feroce killer. Nel 1988 vince il Golden Globe per il film tv Fuga da Sobibor e l’anno dopo viene premiato come miglior attore al Seattle Film Festival per La leggenda del Santo Bevitore di Ermanno Olmi, film vincitore del Leone d’Oro 1988 a Venezia.Nel 1995 le Poste olandesi stampano un francobollo che lo ritrae in uno dei suoi film più famosi, Fiore di carne di Paul Verhoeven (1973), per celebrare il centenario della nascita dell’arte cinematografica. Arrivano poi per l’attore film come Hemoglobin – Creature Dell’Inferno (1997) Il Richiamo della Foresta (1997), Strategia Mortale (1998), Simon Magus (1999), Impulsi Mortali (2000), I Banchieri di Dio – il Caso Calvi (2001) e Confessioni di una Mente Pericolosa (2002) in cui alterna con disinvoltura, nonostante un fisico che lo vorrebbe relegato alla sola azione, ruoli da intellettuale, cattivo e romantico. Hauer si è sposato due volte; dalla prima moglie ha avuto la figlia Aysha (anche lei attrice) mentre dal 1985 si è legato in matrimonio con Ineke, scultrice e pittrice. Del suo lavoro diceva: “Bravo e cattivo ragazzo, eroe o antieroe; non mi importa ciò che interpreto, ogni ruolo ha qualcosa di magico”.
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