A Otranto Si vive una volta sola con Foglietta, Papaleo, Tortora
Un film corale e una storia d’amicizia, tra ‘Amici miei’ e ‘Compagni di scuola’, ma anche un inedito road movie medicale con dentro un mistero che si scoprirà solo all’ultima scena. Si annuncia così ‘Si vive una volta sola‘ il nuovo film di Carlo Verdone che si sta girando in Puglia (mancano quattro delle otto settimane previste). Sceneggiatura firmata da Verdone, insieme a Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino, per raccontare lo strano viaggio del primario Umberto Gastaldi (Carlo Verdone), oncologo di grande fama, e della sua équipe medica composta dal suo assistente Corrado Pezzella (Max Tortora), dalla strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta) e dall’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo).
Un team di eccellenti professionisti, ma anche di insospettabili maestri della beffa e insuperabili nell’ideare scherzi spietati, specialmente ai danni di Amedeo. “È un film corale e a volte anche crudele in cui io non ho nessun tipo di caratterizzazione, nessuna maschera – spiega Verdone sul set del film a Otranto alla presenza dell’intero cast e del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano – . Siamo quattro persone diverse, un’eccellenza nel proprio lavoro. Professionisti capaci di avere l’onore di fare la risonanza magnetica al Papa, ma che nel privato sono un disastro, pieni di debolezze e sconfitte. La loro è comunque un’amicizia solida – continua Verdone – , che si consuma anche tra scherzi molto infantili e goliardie”. Ma in questo 27/o film del regista romano – prodotto da i De Laurentiis e in sala con Filmauro dal 14 febbraio – il vero mistero sta nel capire i motivi del viaggio del quartetto. Più volte interrogato sul tema il regista-attore romano glissa e, alla fine, dice solo: “Non posso proprio dirlo, è al centro di tutto il film. Posso solo dire che per loro sarà un viaggio necessario, che si trovano obbligati a fare”.
Verdone, ‘medico mancato’ ma consultato continuamente nell’ambiente cinema per le sue capacità diagnostiche, racconta di questa sua passione: “Devo dire che ho salvato la vita a due personaggi del cinema che ancora per questo mi sono riconoscenti. Non è stato però merito mio, ma demerito di alcuni medici incompetenti che li curavano”. E aggiunge: “Sono in tanti nell’ambiente che mi chiamano e io così mi trovo spesso al telefono col pollo in mano a consigliare qualcuno”. Perché non si è dedicato alla medicina come professione? Spiega Verdone: “Ho un problema con le autopsie, non ce l’avrei fatta a portare avanti gli studi”. “Sto in mezzo a tutti maschi alfa – dice invece la Foglietta sul set ambientato in una prestigiosa masseria in località Alimini -, ma io non sono da meno, sono una tosta”. Amori per l’unica donna del quartetto? “Sì ci sono: sono divisa tra una storia d’amore appassionata e un’altra più sentita e deludente allo stesso tempo”, dice l’attrice romana. Per Papaleo, il suo personaggio di Amedeo Lasalandra: “ricorda un po’ il povero Fabris, vittima degli scherzi a ‘Compagni di scuola'”. Infine Max Tortora, nei panni de il ‘secondo’ del chirurgo:” Sì sono un po’ un piacione, un tipo da golf e auto belle, ma non sono affatto in competizione con il mio capo che invece rispetto molto e ammiro”.
Ansa.it