È uscito il disco “Madame X” che è un giro tra tutte le musiche del mondo
Toc toc. «Siamo qui per un evento privato». Avanti, please. L’evento privato è l’incontro con Madonna in un club esclusivo di Londra, quasi invisibile dall’esterno e inglesemente lussuoso in zona Marylebone.Lei ha pubblicato Madame X, che è l’album giusto per rimanere dentro il nostro tempo senza replicarsi ma restando comunque sul podio. Lei è in forma, ha una benda sull’occhio (e che occhi Madonna, un favoloso blu Chagall) e una raffinatezza di eloquio che fa ciao ciao a quasi tutte le altre popstar in circolazione. Dopotutto, non si è Madonna per caso.
Il suo è un disco molto politico.
«Lo faccio perché ci credo. Abbiamo bisogno che la musica sia politica. Marvin Gaye, Bob Marley, John Lennon la facevano. Spero che molti seguano questo esempio».
Nella «limited edition deluxe» di Madame X c’è il brano Ciao Bella.
«Un riferimento a Bella ciao che ho fatto con Kimi Djabate della Guinea Bissau. È un guerriero per la libertà e canta in mandinga. Certo, è un omaggio alla canzone dei partigiani italiani».
Voi avete Trump, noi Salvini.
«Non farei cambio. E poi, riguardo a Berlusconi, avete visto il film “Loro”? Se lo avete presente, capite bene quello che voglio dire».
Il suo legame con l’Italia è sempre forte.
«Tutto è un tributo alle mie origini italiane, qui canto in italiano solo il titolo della canzone, ma in futuro forse…. Quando ho adottato i miei gemelli, non parlavano una parola di inglese ma hanno subito imparato il testo di Mambo italiano di Dean Martin. Hanno imparato prima l’italiano dell’inglese!».
Però nel suo tour mondiale (che parte il 12 settembre) non c’è neanche una data in Italia.
«Avevo chiesto di esibirmi alla Scala perché il mio sogno adesso è di affrontare i teatri d’opera. Ma non vogliono gente come me…».
Dexter Fletcher che è stato regista di Rocketman e (non accreditato) di Bohemian Rhapsody sogna un biopic su di lei.
«Dio ti prego no! Non voglio che nessuno faccia un film su di me. La regista sono io e nessuno mi conosce meglio di quanto mi conosca io».
Sulla copertina dell’album lei ha la bocca cucita.
«Quando mi sono chinata per baciare mia mamma nella bara, ho visto che aveva le labbra cucite. Per me è stato uno choc (Madonna aveva circa 5 anni – ndr). Sulla copertina del disco ho i capelli scuri proprio per assomigliarle».
Come ha fatto a reagire a un tale dolore?
«Devi essere capace di trasformare cose negative in aspetti positivi, altrimenti non ce la fai».
Si è trasferita per molto tempo in Portogallo.
«Non l’ho fatto per “scappare” da Trump, anche se mi è piaciuto guardare la nuova era dell’America da un punto di vista privilegiato. In realtà volevo supportare la passione di mio figlio per il calcio (gioca nelle giovanili del Benfica – ndr)».
Vive ancora lì?
«Me ne sono andata anche se ho ancora una casa lì e mio figlio ci vive. A Londra per me è stato più facile seguire l’ultima fase di produzione del disco. Ma mia figlia Lourdes è a New York e io resto una cittadina del mondo».
Tra Wojtyla e Ratzinger, con il Vaticano Madonna non ha mai avuto rapporti sereni.
«Ma sono felice che Papa Francesco sia più liberal e inclusivo nei confronti di chi è discriminato. Non mi ha ancora invitato in Vaticano ma posso dire che Francesco sarà il mio futuro amico».
Da quando Madonna è diventata Madonna uno dei cambiamenti più drastici è stato l’arrivo dei social media.
«Le sembra poco? Rispetto a 40 anni fa, sembra ci sia un mondo che pensa solo alla fama. La gente non si parla più, guarda solo il telefono. Ai miei figli non l’ho neanche tolto, non gliel’ho proprio dato».
Ma come si fa a proteggere un figlio oggi?
«È chiamato a essere più adulto e più saggio. Il telefono è uno strumento potente che può essere pericoloso. La maggior parte delle persone non capisce quanto ne sia dipendente e quanto tempo quell’oggetto si porti via. Io lavoro molto ma, quando sto con i miei figli, non ho il telefono».
Lei ha un talento.
«Quanti lo hanno avuto? Prince, Michael Jackson, Amy Winehouse, Avicii… Erano talenti che hanno canalizzato un flusso metafisico. Per farlo, devi avere una vita spirituale, altrimenti è come mettere le dita nella presa elettrica. Devi avere una vita spirituale capace di ricordarti che tu sei il manager del tuo talento, non il proprietario. Non bisogna farsi fregare dal proprio ego e toccare la luce».
Lei la tocca?
«Ogni giorno».
Una questione che sfugge ai social network.
«Mi chiedo se, al tempo dei social, Picasso sarebbe stato Picasso, O se Felllini, Visconti, Pasolini, De Sica avrebbero potuto essere i grandi registi che sono stati se si fossero sottoposti ogni giorno ai giudizi di tutti. Forse Fellini non avrebbe mai girato Otto e Mezzo, un film che capiscono solo dieci genii e io sono tra quelle». (ride – ndr)
Paolo Giordano, ilgiornale.it