Su Spike vengono riproposti i 144 episodi della serie cult con Sarah Michelle Gellar
Corsi e ricorsi. Ma alcuni corsi corrono sempre. Li definiscono cult, evergreen. Negli anni a cavallo del Millennio, ancora non delle tv in streaming o pay, le reti gratuite e generaliste Usa facevano tendenza, soprattutto quando ciò che proponevano era innovativo (minor concorrenza e prudenza di oggi, che sono un po’ soporifere) pur essendo straordinariamente nazionalpopolare. In quegli anni di passaggio, in cui il mondo seriale affrontava a un simpatico paradosso vincente: diventava adulto (e veniva finalmente guardato con diversa attenzione) nel momento in cui scopriva i giovani, i teenager (la tv prima era per bambini o per adulti, figli in età scolare e loro genitori). Era significativo allora l’irrompere di titoli, moderatamente di rottura, abbastanza modaioli, che sarebbero entrati di prepotenza nella storia della tv e del pubblico cui si rivolgevano. Che oggi, svoltati i 40, continuano a ricordarli (anni e serie) con nostalgia: Dawson Creek, Beverly Hills 90210 (in corso di reboot), Streghe (già visto su Rai2), Friends (eterno rimpianto). Accadrà lo stesso tra 20 per The Big Bang Theory, tra poche settimane al capolinea dopo 12 anni di nerdismo tardo adolescenziale sfrenato?Buffy l’ammazzavampiri (riproposto dal 10 giugno su Spike) appartiene a questa schiera: debutto nel 1997, conclusione nel 2005, dopo 144 episodi, rese famoso nella Hollywood dello showbiz Joss Whedon, che da lì partì per la conquista del piccolo (sue le serie Firefly e Dollhouse) ma soprattutto del grande schermo (parte della saga degli Avengers è da lui firmata). Prima di allora era solo un giovane sceneggiatore di belle speranze autore dello script di un fallimentare film, versione teen horror di Bella in rosa e delle tante altre pellicole del brat pack, da St. Elmos Fire a Breakfast Club. Una ragazza, studentessa e cheerleader nella high school in una ridente cittadina californiana, ha un dono che è poi una condanna: è una Cacciatrice, l’arcinemica e killer di ogni creatura delle Tenebre. Lei che al più si preoccupava della propria popolarità e della piega dei capelli, si attrezza e impara a uccidere: è l’ammazzavampiri più brava di sempre contro cui si coalizzano per annientarla tutte le forze del Male.La vita scorre in apparenza normale, ma dietro la facciata il buio e il Male. Tra una lezione e l’altra, by night, sventramenti e annientamenti, guerra all’ultimo maleficio, pozioni e incantamenti. Molti nemici e qualche alleato: un paio di compagni piuttosto nerd che sano di lei, la bellona della scuola (dopo un po’), il bibliotecario, in realtà il suo mentore, molto addentro alle secrete cose. C’è, a complicare la situazione, la soittotrama sentimentale: l’incontro ravvicinato e il colpo di fulmine con un vampiro bellone ex cattivissimo in via di redenzione, Angel. Come lui anche altre presenze infernali sono ricorrenti e diventato (momentaneamente) famose: il vampiro Spike (altro grande amore intermittente di Buffy, quando Angel uscirà di scena per dedicarsi al proprio spinoff), il licantropo Oz, l’ibrido umanodemoniaco Adam.Dopo 7 stagioni, poiché riesce sempre più difficile continuare a immaginare Buffy come teenager e l’interprete, Sarah Michelle Gellar, si è fatta capricciosa e venale, Buffy chiude. Rimpianta da subito: è una delle prime eroine in rosa che riesce a tenere testa a maschi testosteronici e incattiviti. Evviva. E mentre sempre se ne ipotizzava ma mai realizzava il remake, vampiri, demoni e altri esseri soprannaturali – ora buoni, ora cattivi -dilagavano sul piccolo schermo, tutti molto in debito con la capostipite: True Blood, Supernatural, Vampire Diaries, Shadow Hunters, per citarne solo alcuni.Nel frattempo Sarah Michelle Gellar è progressivamente sparita dal radar delle star, non ha più trovato un successo come quello di Buffy e si è data alla cucina. Angel, alias David Boreanaz, è invece passato a fare l’uomo di legge, Fbi e similari: Bones per un bel po’ di stagioni e Seal Team dal 2017.Di una ammazzavampiri comunque la tv è ancora sempre alla ricerca, anche se di questi tempi vanno di più le saghe di fantasy epico e i supereroi. A sfidare il mondo infernale oggi è restata forse solo la petulante streghetta Sabrina di Netflix. Il mito Buffy è ancora intatto, e alla fine Whedon ha ceduto: Hollywood Reporter ha dato notizia poche settimane fa che il reboot si farà con Whedon defilato visto che sta scrivendo per Hbo un’altra serie femminil-femminista, The Nevers, e una nuova showrunner, Monica Owusu-Breen. Ribaltone anche per Buffy che sarà afroamericana: facile e un po’ banale chiave per il rifacimento. Forse ci sarà anche posto per la Michelle Gellar in una parte di contorno, da passaggio delle consegne. Attendendo ulteriori notizie e prime immagini (e molto temendo perché quasi mai i reboot sono all’altezza dell’originale), i nostalgici si godano le repliche. Grazie Spike (nel senso della rete tv).
Adriana Marmiroli, lastampa.it