‘Versi su Ramadan e champagne sono metafora. Io lontano dalla politica’
“Per me l’importante non è tanto vincere, ma andare lì e fare una bella esibizione. Che la gente possa dire: vedi l’Italia quanto è forte”. A poco più di un giorno dalla finale dell’Eurovision Song Contest, Mahmood non sembra preso dal sacro fuoco della gara, anche se ce la metterà tutta per portare a casa il risultato. E se così fosse – racconta dalla sua stanza d’albergo sul lungomare di Tel Aviv, ad un passo da quello dove c’è Madonna, guest star della finale – confessa che gli piacerebbe fosse Milano la sede dell’Eurofestival, targato Italia.”Quando andai a Sanremo giovani – spiega rilassato su un divano – nessuno mi avrebbe dato una chance e invece ho vinto. Ora che la situazione si è ribaltata, tutti ti dicono che vincerai. Vedremo…”. Fatto sta che in sala stampa dell’Expo – dove stasera ci sarà la seconda semifinale e sabato sera la finale – la sua ‘Soldi’ durante le prove è stata tra quelle più ballate e cantate dai giornalisti presenti. E’ piuttosto deciso nel ridimensionare le polemiche sul verso della canzone che mischia lo champagne e il Ramadan. “Quella frase è una metafora, solo un modo per condannare chi predica bene e razzola male. Io sono cristiano – ribadisce – e non sapevo neppure che l’avrei cantata all’Eurofestival in un periodo che è Ramadan”.Inevitabile poi la domanda su Salvini e sul tormentone nato nel dopo Sanremo vinto da un ragazzo dal nome arabo: “L’ho visto da Costanzo – risponde senza nessun imbarazzo – ma non c’è stato un confronto reale. E non so neanche se lo vorrei. Io voglio stare lontano dalla politica e fare soltanto musica”. Poi prende in giro il polverone sulla sua partecipazione all’evento in Israele. “Si è detto che non sarei venuto: era una stupidaggine. Come il fatto che non avrei partecipato a causa della febbre: qui c’è il mare e si guarisce”. “Etichettare le persone è roba vecchia. Affermazioni di quel tipo – dice – vogliono creare differenze, distacco. Non è proprio necessario”. Delle altre canzoni in gara ammette che gli piace molto quella francese di Bilal Hassani, ma anche quella dell’olandese Duncan Laurence che lui considera un po’ il superfavorito. Nel suo pantheon musicale mette tre giovani artisti: la rapper Madame, Venerus e Miss. “Con gli ultimi due – sottolinea – canterò presto a Milano”.La sua top list per le precedenti generazioni vede invece su tutti Paolo Conte, poi Dalla e infine Carmen Consoli, “imbattibile”. Comunque vada di Israele dove dice di “trovarsi molto bene”, porterà con se il ricordo dei “profumi, dei gatti e soprattutto dell’incredibile gente”. Il futuro? “Sto scrivendo – risponde misterioso – ci sarà un nuovo disco”. Per ora c’è la finale di sabato sera: “Tutto è pronto. E ci sarà anche una chicca: guardate le magliette dei ballerini”, ammicca sorridendo.
Massimo Lomonaco, Ansa