Simona Ventura: «Io, ultimo treno per sempre»

Simona Ventura: «Io, ultimo treno per sempre»

L’ultima Isola dei Famosi? «Uno scempio». La sua esperienza da concorrente? «Una umiliazione ma sono uscita più forte (e amata)». Il ritorno in Rai? «La chiamata della Nazionale». Alla vigilia del suo debutto come conduttrice a The Voice, Simona Ventura si racconta, come sempre, senza indugi

Non un rischio ma una «nuova opportunità». A 54 anni compiuti quasi per scherzo il 1° aprile, Simona Ventura non rimane a «ciurlare nel manico», per dirla con una delle sue espressioni. Lei, la paladina del «crederci sempre, arrendersi mai», la conduttrice dei vari Mai dire Gol, Iene, Isola, Quelli che il calcio, X Factor, Music Farm passata poi a fare la «contadina» su Fox e la «naufraga» su Canale 5, è pronta a (ri)mettersi in gioco, ancora una volta.

Lo farà dal 23 aprile alla conduzione di The Voice, il talent show di Raidue che finora di talenti ne ha sfornati pochi, ma che, complice una giuria di giusto assemblamento (i coach saranno Gué Pequeno, Elettra Lamborghini, Gigi D’Alessio e Morgan), quest’anno riuscirà quantomeno a far parlare di sé.

«È un programma con un grande titolo, e io sarei tornata in Rai solo così», ci dice SuperSimo quando ci incontriamo. La voce è (più) bassa e composta, l’attitudine è lontana dai frizzi e lazzi di un tempo, ma proprio per questo meno personaggio, e più persona. Come già aveva dimostrato a Temptation Island Vip, programma (cult) di Maria De Filippi, che Simona ha condotto la scorsa estate per sole quattro puntate, imprimendolo però in maniera inconfondibile. «Certo che mi sono tranquillizzata, e per fortuna. Prima ero molto più nervosa, ora ho capito che non ne vale la pena», spiega.

C’è qualcosa che ancora la «infastidisce»?
«Combatterò sempre le donne che odiano le altre donne, quelle che magari fanno le paladine del genere femminile e poi nella vita sono tutt’altro. Nel mio, come in tanti ambienti, non si riesce a fare sistema: è troppa la paura di perdere un centimetro del proprio orto, perché i posti sono pochi. Ma se una ha calma e pazienza tutto torna: il male chiama male e il bene chiama bene. E a me ha chiamato il bene».

Ossia Carlo Freccero, direttore di Raidue.
«Carlo è la chiamata in Nazionale al quale non si può dire di no: fu lui a volermi a Quelli che il calcio mentre facevo a Mediaset Le Iene. Si è creata la stessa situazione».

A The Voice o la va o…?
«Chissà come mai per me ogni volta passa “l’ultimo treno”, mentre per altre c’è sempre una prateria nonostante un flop dietro l’altro. Farò di tutto perché il programma sia cult, sento la responsabilità del confronto con la Rai, poi vedremo. Io non voglio stare in video per una vita: mi piacerebbe delegare, fare scouting. Per me è un orgoglio dare a chi se lo merita una opportunità».

A questo proposito cosa risponde a Manuel Agnelli che l’ha definita il «peggior giudice nella storia di X Factor»?
«Agnelli ha un bellissimo cognome… alla ricerca di un nome. Io ho lanciato molti cantanti di cui sono orgogliosa, da Giusy Ferreri a Francesca Michielin. E tutti ancora oggi lavorano e vendono dischi: c’è una guerra commerciale che va avanti anche con Morgan (ride)».

Con lui siete stati entrambi giudici a X Factor e vi ritroverete a The Voice.
«Talvolta è il peggior nemico di se stesso, ma adesso è in una forma pazzesca. Io sono come una sorella maggiore per lui, cerco di stargli vicino e dargli dei consigli. A volte funziona, altre no».

Si è parlato molto dell’esclusione all’ultimo di Sfera Ebbasta da The Voice.
«Sono stati i miei figli Niccolò e Giacomo a farmelo scoprire, e lo avrei voluto conoscere. Ogni generazione ha i suoi riferimenti. Certo Sfera è molto seguito dai ragazzini e per questo dovrebbe fare testi sapendo di avere una grande responsabilità. Ma nel suo genere è il più bravo. Anche i miei quando ero piccola si scandalizzavano perché ascoltavo i Black Sabbath e i Saxon, pensavano fossi malata».

In Rai lei farà solo The Voice o come dice Freccero anche Pechino Express?
«Ne abbiamo parlato a livello di mera ipotesi, ma ne riparleremo solo e soltanto quando finirà The Voice, su cui sono concentrata al cento per cento. Detto questo il mio contratto termina il 30 di giugno, e mi fa piacere vedere aperture professionali in ogni direzione».

Anche a Temptation Island Vip su Canale 5?
«Mai dire mai. È un programma che ho amato molto, e a Maria De Filippi devo tantissimo. Il suo gruppo di lavoro (Fascino, ndr) è come una famiglia».

Maria De Filippi è stata l’unica a farla lavorare quando è tornata in Mediaset.
«E per questo le sarò eternamente grata. Spiace che in tre anni lì non mi sia mai stata data l’opportunità di occuparmi di calcio, che è il fil rouge della mia vita, o di fare reality in diretta che sono il mio pane. Ma non incolpo nessuno, ognuno fa le scelte che ritiene più opportune. In Rai sono tornata anche per il senso di appartenenza, i legami, i colleghi che mi chiamano e dicono “bentornata”».

Non c’è niente di cui si è pentita in questi anni?
«Forse era meglio non andare via dalla Rai, ma con il senno di poi si costruiscono i ponti. Quando l’ho fatto ero esasperata, avevo lavorato come una pazza e non ero felice, sentivo il bisogno di avere più tempo per la mia famiglia. A Sky mi sono divertita, Agon Channel la rivendico. L’importante è aver continuato sempre a lavorare».

Il che, però, ha voluto anche dire tornare all’Isola dei famosi da concorrente.
«Era l’unica maniera per rientrare a Mediaset, e lo sapevo. Volevo solo essere una risorsa, sono stata vissuta come un pericolo. Certamente è stata una umiliazione, un agguato, dal quale però sono uscita più forte. L’Isola mi ha riavvicinata alla gente. Mi hanno amata per l’umiltà».

Quest’anno tra i naufraghi c’era il suo ex marito Stefano Bettarini.
«Io però non ho visto niente, preferisco non guardare lo scempio che è stato fatto, è un dolore troppo grande. L’Isola in cui io ho investito passione, sangue, lavoro, sudore è diventata un’altra cosa, declinata in stile “Grande Fratello on the Beach”».

Si riferisce al famigerato «Fogli-gate»?
«E se a Riccardo gli fosse venuto un colpo, che fine facevano tutti? Io mi sarei comportata diversamente, opposta con il corpo. Condurre un programma non significa solo avere il copione e leggere un gobbo».

I suoi figli si sono visti in studio solo nelle ultima puntate. È stata lei ad averglielo impedito?
«Assolutamente no, anzi: la mia paura era che Stefano si sentisse abbandonato. Purtroppo dal gruppo di autori precedente non sono mai stati chiamati a supportare il padre: lui ci è rimasto male, a me è dispiaciuto».

«In amore non c’è orgoglio», ha ripetuto la scorsa estate davanti alle telecamere di Temptation Island Vip proprio alla nuova compagna del suo ex, Nicoletta Larini.
«Questo è vero, anche se fino a che punto non lo so. Nella vita qualcosa sul campo una donna deve lasciare: potere, famiglia, successo, è difficile avere tutto. Un tempo pensavo di essere una virago, poi ho capito che non può essere così».

Adesso, con Giovanni Terzi, ha riscoperto l’amore a cinquant’anni.
«È complice, dolce e protettivo. Con lui ci appoggiamo e ci diciamo tutto: siamo due ragazzini a cui batte il cuore quando ci vediamo».

Lei vive con grande serenità la sua famiglia allargata e ha anche una figlia, Caterina, «nata» da un affido. Di «tradizionale», nella sua vita, c’è poco.
«Quella con Caterina è una storia emblematica e bella, anche se non tutti gli affidi finiscono così. Anche per questo invoco una legge che faciliti le adozioni e l’adottabilità dei bambini».

Da parte di tutti?
«Certo, perché l’amore non ha sesso e le persone non si giudicano per le loro attitudini sessuali, ma se sono brave o meno. L’importante è che i bambini trovino amore e protezione. Piuttosto cerchiamo di aiutare le donne che se rimangono incinte perdono il posto di lavoro. Natalità uguale a zero? E te credo».

Si definisce apartitica, ma politicamente oggi da che parte sta?
«Non ho mai detto per chi voto e ho sempre scelto le persone più che i partiti. Io ho lavorato con ogni colore politico e lo rivendico».

Team Cuccarini o Heather Parisi?
«Cuccarini tutta la vita, sovranismo compreso. Non vedo perché uno non possa più dire quello che pensa».

Di Salvini lei che pensa?
«Mi piace, si dà molto da fare, si sbatte, lotta: un guerriero. Anche se a me fanno molta simpatia quelli che al potere ci sono stati, come Renzi e Berlusconi. Sono un bastian contrario mai salita sul carro del vincitore».

Raffaella Serini, Vanity Fair

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