Su Netflix il documentario che racconta, tra pubblico e privato, la preparazione e lo show dello scorso anno al festival di Coachella, un anno dopo la nascita dei suoi due gemelli. Il film è anche un omaggio alla cultura afroamericana
Superstar e mamma. Arriva su Netflix il film Homecoming grazie al quale Beyoncé racconta il ritorno sulle scene dopo la nascita nel 2017 dei suoi gemelli Sir e Rumi. Girato per otto mesi, il documentario si sofferma sulle difficoltà della preparazione della star americana in vista della performance al Coachella festival dello scorso anno: quattro mesi di prove musicali e quattro di prove di danza che hanno coinvolto oltre 150 musicisti, ballerini e artisti di diverse discipline. “Tornare sul palco è stato molto difficile. Con la gravidanza il mio corpo ha subito molte più trasformazioni di quante io avessi mai potuto aspettarmi: il giorno in cui ho partorito pesavo quasi cento chili. E ho anche avuto una gestazione molto sofferta: il battito cardiaco di uno dei miei due bambini si era fermato diverse volte, per questo ho dovuto fare un cesareo d’emergenza”.Il film Homecoming è però soprattutto un’ode da parte di Beyoncé alla cultura afroamericana, fonte d’ispirazione e sostegno per la sua carriera. “Ladies and gentlemen, welcome to Beyoncé Homecoming 2018!”, si ascolta in apertura di film, la stessa frase del suo ingresso sul palco del Coachella lo scorso anno, quando Beyoncé fu la prima donna nera headliner del famoso festival americano. Il film dura due ore e 17 minuti e contiene in pratica entrambe le esibizioni di Beyoncé a quell’edizione. Non mancano, ovviamente, i dietro le quinte: «È stato uno dei lavori più difficili che io abbia mai realizzato» ha raccontato Beyoncé, regista sia del film che del complesso show al Coachella, «ma sapevo che dovevo spingere me stessa e il mio team oltre i limiti. Niente del genere era mai stato realizzato in un festival musicale, la performance doveva essere iconica. Lo show era un omaggio ad un’importante parte della cultura afroamericana, doveva dunque essere fedele per chi già la conosceva, ma al tempo stesso essere divertente e illuminante per le persone che avevano invece ancora bisogno di imparare».Homecomingè infatti un riferimento ai college e alle università storicamente frequentate dagli afroamericani. Tra le personalità cui il film rende omaggio ci sono le scrittrici Toni Morrison e Alice Walker, e ancora la cantante Nina Simone, di cui si ascolta la voce in un’intervista, Maya Angelou, Chimamanda Ngozi Adichie e Audre Lorde, l’attivista Marian Wright Edelman e i ricercatori William Edward Burghardt Du Bois. Partendo dal concetto all’origine dello show, Homecoming rivela il percorso emotivo che si dipana dietro alla performance e anche attraverso interviste di approfondimento. Con lo stesso titolo è uscito anche un album di brani di Beyoncé registrati live disponibile in digitale.”Moltissime persone con grande ricchezza culturale e intellettuale sono diplomate alle HBCU, come si chiamano le università frequentate da afroamericani, e tra loro anche mio padre”, racconta Beyoncé nel film, “c’è qualcosa di incredibilmente importante all’interno dell’esperienza HBCU che deve essere celebrato e protetto”. Homecoming: A film by Beyoncé è diretto e prodotto dalla stessa Beyoncé Knowles-Carter, affiancata alla regia dal collaboratore di lunga data Ed Burke. Steve Pamon e Erinn Williams sono produttori esecutivi. Nel film-concerto si ascoltano anche alcuni duetti e tra questi Déjà vu con il marito Jay-Z, Get me bodied con la danza della sorella Solange Knowles e, grazie a una mini reunion delle Destiny’s Child, Lose My Breath, Say my name e Soldier con Kelly Rowland e Michelle Williams.
Carlo Moretti, repubblica.it