Gene Gnocchi annuncia il ritorno di Ermes Rubagotti

Gene Gnocchi annuncia il ritorno di Ermes Rubagotti

In televisione non si vedeva da almeno ventisei anni. Martedì, in prima serata su La7, a «diMartedì», nello spazio della sua copertina, Gene Gnocchi farà tornare in scena Ermes Rubagotti, suo personaggio summa di una certa bergamo-brescianità; più che da scarpa grossa, uno da naso rosso e cervello non esattamente fino, caposaldo della comicità anni Novanta lanciata dalla Gialappa’s. I capelli, in questi anni, sono diventati un po’ più brizzolati, ma non è la sola novità dell’ex «gnaro» (leggi «ragazzo», ndr.) «venuto giù con la piena» (leggi «fuori luogo»).

«In questi anni Rubagotti è diventato un deputato leghista e martedì lo farà sapere — spiega Gnocchi —. E’ stato eletto nella circoscrizione Val Trompia-Breno-Clusone. Torna in tv perché è l’unico dissidente leghista». Perché? «Non gli va bene la nuova linea di Salvini che si sposta lungo l’Italia perché gli ha rovinato gli affari. Aveva una fabbrichetta che commerciava ampolle padane che adesso è in crisi». E così, al motto di «prima i bergamaschi, anzi, essendo lui di Costa Volpino, prima i costavolpinesi, è pronto a tornare. E’ talmente egoista da essere interessato solo a quello che tocca il suo habitat». Non gli manca la compagnia, di questi tempi: «Penso anche io che verrebbe molto votato, anche perché ha delle riforme da proporre, ne parlerà. Questi quasi trent’anni lontani dal video gli sono serviti per arrivare a questa maturazione politica». Non è il solo personaggio di quel periodo che, dopo una lunga pausa, ha scelto di tornare a far ridere in tv.

Da qualche tempo si rivede la spessa cravatta e il completo celeste di Felice Caccamo, volto napoletano di Teo Teocoli… «L’ho visto da Fazio. Caccamo e Rubagotti erano molto amici, in effetti. Questi sono personaggi che, in realtà, non lo sono più. Sono persone in carne ed ossa, con una identità. Per questo aveva senso attualizzarlo». Anche la Gialappa’s, poche settimane fa, era tornata in onda con un programma di prima serata suo. Gnocchi non solo pensa che ci sia una buona parte di pubblico che sente la mancanza di quella comicità, ma «che ce ne sia anche bisogno. Rubagotti in questi anni l’ho portato a teatro e ogni volta la gente lo ricorda, ride moltissimo. Credo ci sia necessità di una comicità più scritta, pensata. Sarebbe bello sentirci con Teo e la Gialappa’s e provare a imbastire un progetto, vedere se c’è il margine per fare qualcosa di nuovo assieme. Mi piacerebbe, voglio farlo».

Nel frattempo vedremo l’effetto di questo nuovo Rubagotti, che è «anche molto tecnologico: è stato lui a manipolare i like e a far prendere la multa a Casaleggio. Insomma, può dire la sua su tutte le problematiche: contrarissimo al reddito di cittadinanza, pagherebbe chi lo chiede in divani, è più coerente». Di questi tempi c’è poco da scherzare con le boutade, che poi la realtà… «Ah si, siamo già ampiamente oltre. Se penso al congresso di Verona… lui che pensa che le donne servano solo per schiacciare l’uva con i piedi durante la vendemmia, non ci starebbe così male». Ma cercando di essere un attimo seri, da due anni cura la copertina satirica del programma di Floris: che idea si è fatto della politica dopo averla vista così da vicino? «L’idea che è il momento di candidarsi. Mi chiedo: perché loro sì e io no? Magari quel minimo di buon senso potrei portarlo. Davvero: perché loro sì e io no?».

Chiara Maffioletti, Corriere della Sera

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