L’attrice spagnola ripercorre i cinque anni al fianco dell’attore («non sono stata io a volere l’amore con Raoul, è stato il mio cuore»), e la vita con le loro due bambine («lui è il più severo, io sono hippie»). E il matrimonio? «Mi piacerebbe, ma non lo organizziamo»
L’amore governa, sostiene Rocío Muñoz Morales: 30 anni, nata a Madrid. Attrice, modella, conduttrice, dal 2012 è compagna di Raoul Bova, 17 anni in più. Oggi insieme hanno due bambine: Luna, 3 anni, e Alma, nata lo scorso novembre. I primi tempi, quando lui era ancora legato all’ex moglie Chiara Giordano, non sono stati per niente facili. Le separazioni, d’altronde, sono complicate per qualsiasi coppia. «Non sono stata io a volere l’amore con Raoul, è stato il mio cuore. Sono capitate cose difficile da controllare», ha raccontato Rocìo ospite di Domenica In, ripercorrendo l’amore, gli anni in Italia, l’esperienza sul palco di Sanremo (nel 2015, padrone di casa Carlo Conti).
Il primo incontro tra lei e l’attore è stato sul set di Immaturi. Un colpo di fulmine per l’attore. La spagnola, invece, è andata un po’ più piano: «Non mi sono innamorata subito, ma ora mi innamoro di nuovo ogni giorno, siamo complici». La prima gravidanza, continua, l’ha colta di sorpresa: «Quando ho scoperto di essere incinta, mi sono spaventata moltissimo… Ora le bambine sono la mia ragione di vita, sono un regalo dall’alto». E le giornate in casa, tutti insieme, sono le più felici: «Mettiamo la musica, cuciniamo, ci buttiamo a terra e giochiamo con la piccola. Ci piace la siesta, il pomeriggio: stare sotto le coperte a leggere, dormire abbracciati tipo contorsionisti felici», aveva rivelato l’attrice tempo fa.
Il più severo in casa, però, è papà Raoul (che è genitore anche di Alessandro e Francesco, nati dal primo matrimonio): «Io sono una mamma un po’ hippie: le bacio, le abbraccio, ci gioco fino alle dieci di sera e poi arriva Raoul e ci rimprovera», ha spiegato ancora Rocìo, «Non ricordo più neanche la mia vita prima di loro: me l’hanno riempita».
E il matrimonio? «Se io e Raoul e ci sposiamo? Perché no. Sì, mi piacerebbe, ma noi siamo moderni. Abbiamo battezzato Luna dopo il terremoto di Amatrice: quel giorno eravamo a Rieti e abbiano sentito la scossa. Il giorno dopo siamo andati ad Assisi e ci siamo sentiti di battezzarla, al volo. E forse faremo così anche con le nozze». È sempre l’amore che comanda.
Stefania Saltalamacchia, Vanity Fair