Gennaro Cannavacciuolo, interprete de “L’amore strappato”: “Sabrina Ferilli, magnifica antidiva: come Pupella Maggio”

Gennaro Cannavacciuolo, interprete de “L’amore strappato”: “Sabrina Ferilli, magnifica antidiva: come Pupella Maggio”

(di Tiziano Rapanà) Domani, Canale 5 proporrà nella sua prima serata L’amore strappato. Si tratta di una fiction, di tre puntate, che è immediatamente diventata il centro del dibattere dei media italiani. Perché narra – liberamente – una storia tremendamente vera. La storia di una bambina strappata all’affetto e protezione della famiglia, perché il padre è stato falsamente accusato di molestie nei confronti della figlia. La fiction ripercorre le lotte e i patimenti per ottenere giustizia. L’amore strappato, diretto da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, vede in Sabrina Ferilli ed Enzo Decaro la rappresentazione della via crucis dei due genitori. Nel cast anche Gennaro Cannavacciuolo, che interpreta un ruolo cruciale per l’architettura del racconto. Ho voluto intervistare Gennaro, perché questa fiction rappresenta  per lui una felice rentrée nella serialità italiana. L’attore, ultimamente, ha lavorato molto all’estero: è stato il protagonista della celebrata fiction tedesca Clash of Futures, che ha raccontato delle pagine importanti del primo novecento. Gennaro è un attore di razza, un interprete dalla grande personalità. Non parlo a caso, ho constatato di persona la bravura di Gennaro. Ho visto l’anno scorso, al teatro della Cometa in Roma, uno spettacolo dedicato all’operetta La vedova allegra. Cannavacciuolo è figlio del teatro della vecchia scuola. Allievo di Eduardo De Filippo e Pupella Maggio, ha fatto moltissime cose in teatro e in tv. Per Pippo Baudo è un artista versatile.

Finalmente ti si rivede in una fiction Italiana.

“Ho accettato questo lavoro con Ricky Tognazzi e Simona Izzo, perché sono due persone che stimo moltissimo: fanno dei prodotti di grande qualità. Simona mi ha chiamato per prendere parte alla fiction, la sceneggiatura mi è piaciuta molto ed ho accettato di fare il ruolo del presidente della corte d’assise, che darà la sentenza finale e deciderà le sorti del personaggio interpretato da Enzo Decaro. È un ruolo decisivo, che mi ha permesso di farmi vedere in una veste completamente nuova. Comparirò nell’ultima puntata.”

Perché ti si vede poco nelle fiction italiane?

“C’è una politica particolare che non mi appartiene. Il discorso è un po’ complesso da spiegare. È comunque una politica che riguarda le agenzie, i registi. Comunque continuo a lavorare all’estero. E a proposito, ci tenevo a dirti che la serie Clash of futures è stata candidata agli oscar della tv tedesca, il premio Grimme.“

Il teatro non ti ha mai deluso.

“No. Il pubblico teatrale non mi ha mai deluso. Il teatro è una pianta che coltivo con grande amore e tanti sacrifici. In teatro, faccio delle scelte molto mirate – come tu ben sai -, che il pubblico ha premiato. E il pubblico, come dicevano i miei genitori adottivi Eduardo e Pupella, non è assolutamente stupido. Il pubblico è come un ospite che devi trattare con i guanti bianchi, senza mai barare.”

Regalami un’impressione del set di Un amore strappato.

“A me è piaciuto molto lavorare con i 2 registi, perché sono persone molto intelligenti. Simona mi ha colpito molto: riesce, con delle sfumature, a farti capire esattamente quello che vuole. Devi essere solo un ciuco, per non capire.”

Un ricordo di Clash of futures, la serie tedesca che ti ha dato belle soddisfazioni.

“Quella è stata un’esperienza indimenticabile, per la grande professionalità del set. Ho avuto un regista (Jan Peter, anche autore della serie, ndr), che conosceva perfettamente l’animo dei personaggi della storia. È un’esperienza che spero di ripetere. Il regista mi ha ricordato, per la cura dei dettagli della messa in scena, Luchino Visconti.“

Alla luce della tua esperienza con questa mastodontica produzione tedesca, vorrei – escludendo  il tuo lavoro con i coniugi Tognazzi, che reputi proficuo e positivo – un confronto con la “vita da set” nelle fiction italiane, avendone tu fatte tantissime.

“In alcuni set italiani c’è il problema dell’attesa. Ti fanno aspettare molto, la giornata passa, e poi all’ultimo momento alcuni registi pretendono che un lavoro di 12 ore tu lo debba fare in mezz’ora. Il bello dei set italiani è legato all’atmosfera di solidarietà che si respira tra i colleghi, tra le maestranze.”

Tu hai portato varie volte in palcoscenico la leggendaria macchietta napoletana, perché il mondo teatrale non prende in considerazione questo pezzo importante della cultura popolare?

“C’è un gruppo di teatranti, con la puzza sotto il naso, che ha denigrato la cultura popolare. È molto facile fare un monologo senza nessuna idea, invece è molto difficile cantare in palcoscenico una canzone come Fatte fá ‘a fòto, interagendo con il pubblico. La macchietta, in teatro, è una delle cose più difficili da fare in assoluto. Io volevo creare un’accademia della macchietta, poi ho pensato che ancora devo studiare. Comunque in futuro si vedrà.”

Parlami di Sabrina Ferilli, la protagonista della fiction.

“È una signora straordinaria, una bravissima attrice. Disponibilissima. Idem per Enzo Decaro, con lui siamo amici da tanti anni. Con Sabrina ho anche pubblicato un video, presente su Youtube. Sabrina è tutto quello che non è una diva, per fortuna. Lei è una persona semplice, come Pupella Maggio.”

Salutiamoci, con un’immagine del tuo futuro creativo.

“Per il futuro ci sono delle idee nuove per quanto riguarda il teatro-canzone. C’è un grande progetto musicale e 2 films, che svelerò nei prossimi mesi.”

 

tizianodecoder2@gmail.com

 

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