Il suo successo “Misirlou” è inserito nella colonna sonora di «Pulp Fiction»
Quando i ragazzi degli anni ’60 cominciarono ad abbandonare i programmi degli adulti e ad ascoltare le loro radioline, i loro idoli erano gli Everly Brothers e i Beach Boys, ma prima di questi ultimi brillava la stella di Dick Dale, definito «il re della chitarra surf», scomparso ieri a 81 anni per un tumore. Dale, da solista e alla guida dei DelTones, non dirà molto ai più giovani, ma ha dato molto alla causa dell’evoluzione della chitarra «col vibrato» e, per il suo sound corposo, è stato definito anche un precursore dell’heavy metal. C’è però qualcosa che lo identifica e lo rende familiare al grande pubblico, ovvero Misirlou, il martellante brano che Quentin Tarantino ha voluto nella colonna sonora di Pulp Fiction. Il sound di Dale (che suonava la chitarra da mancino) era potente e vibrante come il suo modo di volare sulla tavola da surf. «Fare surf e suonare producono la medesima sensazione – diceva – ma il surf è una prova contro se stessi, la musica è fatta per condividere emozioni con gli altri. E Dale aveva cominciato da ragazzino a suonare diversi strumenti, fino ad approdare all’hukulele. Di origini libanesi, polacche e bielorusse, fu uno dei primi artisti ad occuparsi di suoni esotici, fondendoli con il rockabilly. Fu anche definito «il primo chitarrista ad inserire suoni esotici nelle sue canzoni» e per questo è stato imitato da moltissimi gruppi degli anni Sessanta. La musica di Dale rimandava a spiagge assolate, ad amori giovanili, alla scoperta di un mondo nuovo. A Balboa, California, con i DelTones (in quei giorni fonda anche la casa discografica che porta il nome della band), ovvero Carl Verhein alla chitarra, Ron Eglit al basso, Ron Fish alla batteria è un’attrazione fissa alla Rendezvous Ballroom e incide Let’s Go Trippin, che nel 1961 è considerato il primo disco di genere surf. Certo, sono più popolari i brani dei Beach Boys come Surfin’ Safari e Barbara Ann, ma Dale diede la sua impronta a tutto il movimento californiano, basti pensare all’album Surfer Choice, che si piazza in classifica nei primi cinquanta posti e apre la strada all’album King of the Surf Guitar, che diventerà il suo soprannome. Leo Fender rimase profondamente colpito dal suo stile, tanto da fargli testare numerose chitarre (e costruirne una appositamente per lui) ed amplificatori. Sempre attento alle nuova mode musicali, incise Third Stone From the Sun come omaggio a Jimi Hendrix. Nonostante il successo, Dale non ebbe una vita fortunata; è riuscito a superare un tumore al colon e una grave infezione da inquinamento che lo colpì mentre nuotava nell’Oceano, sposando poi la causa ambientalista. Tornato sulla scena, nel 1986 il suo ultimo album ricevette una nomination al Grammy.
Antonio Lodetti, ilgiornale.it