(di Tiziano Rapanà) Al Bano non è tipo da farsi passare la mosca sotto il naso. Figuriamoci accettare un’ingiustizia megagalattica come quella a firma dell’Ucraina, che l’ha inserito in una blacklist che ha fatto parlare l’intera opinione pubblica. Un’opinione che si è stretta attorno ad Al Bano per manifestare ingiustizia riguardo a questa lista nera che ha schedato gli individui considerati una minaccia alla sicurezza nazionale. Una lista che personalmente non riesco a prendere sul serio, perché vede come pericolosa la bonaria figura del re di Cellino San Marco. Come dicevo all’inizio, Al Bano non è tipo da farsi passare la mosca sotto il naso. E infatti, insieme con il suo avvocato Cristiano Magaletti ha minacciato di ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. E ha anche sollecitato un intervento del ministro degli esteri, affinché si cancelli il nome del cantante dalla black list. Il legale di Al Bano sulla vicenda ha espresso parole pacate, ma risolute: “Non ci fermeremo: andremo sino a Strasburgo perché questo può diventare un pericoloso precedente. Al Bano è cittadino del mondo ed amico di tutti, deve essere libero di andare in Ucraina; chiediamo al nostro Governo di intervenire immediatamente perché hanno ingiustamente attaccato il simbolo della canzone italiana”. Poi ha aggiunto: “questa vicenda non deve essere trattata con superficialità ed ironia, ma va dibattuta con la rabbia di chi si trova a subire un’enorme ingiustizia”. Dice bene l’avvocato, anche perché è facile ridere di una situazione quando non si è minimamente coinvolti. Chi invece questa vicenda così incresciosa la vive in prima persona, prova sentimenti di rabbia e non ha certo voglia di scherzare. E, dopotutto, come si fa a scherzare quando si è vittima di un’ingiustizia così tremenda? Ma capisco chi sfotte e irride, dopotutto la vicenda ha una cornice grottesca naturalmente comica. Perché giusto un folle può considerare Al Bano una minaccia alla sicurezza. Giusto un folle può considerare un cantante che ha sempre cantato l’amore, nelle varie tonalità, allo stesso modo con cui si considera un terrorista. Quanto avrei dato per far tornare in vita Luigi Pirandello, per conoscere una sua opionone sull’assurda stravaganza. Sarebbe stato bello leggere un suo pezzo attorno a questa stravaganza made in Ucraina. Lui che ha raccontato – con i suoi libri e le sue opere teatrali – il lato grottesco della vita degli uomini, avrebbe trovato le parole idonee a valutare la strana storia di Al Bano.