Isabella Rossellini: «Io e la mia cagnolina Pan in palcoscenico»

Isabella Rossellini: «Io e la mia cagnolina Pan in palcoscenico»

L’attrice è protagonista del monologo «Link Link Circus» al Teatro Cucinelli di Solomeo il 2 e 3 marzo, con la regia di Guido Torlonia, dove racconta il mondo degli animali

Dopo «Green Porno», dove esplorava la sessualità nel mondo animale, e il libro «Le mie galline e io», dove descriveva la sua vita in fattoria, Isabella Rossellini continua a inoltrarsi nell’universo degli animali, stavolta in palcoscenico. «Link Link Circus» è l’one-woman show con cui l’attrice, approda a marzo in Italia: il 2 e 3 al Teatro Cucinelli di Solomeo; il 6 e 7 al Verdi di Pordenone, il 9 e 10 al Funaro di Pistoia. Un’inedita prova da solista, accompagnata in scena dal suo cane addestrato, Pan, da video e burattini, con la regia di Guido Torlonia.

 

Da dove nasce la passione per il regno animale?
«Sin da bambina, quando mio padre mi regalò un libro dell’etologo Konrad Lorenz, dove affrontava il linguaggio degli animali. Mi si accese una lampadina nella testa, mi dissi: è questo che voglio studiare. Ma all’epoca nelle università non c’era questa disciplina, così ho fatto altro: l’attrice, la modella, ma la passione mi è rimasta dentro e la coltivo gestendo una fattoria a Long Island: ho la campagna nell’anima, mi ricorda l’Italia, dove la campagna è sempre vicina alle città».

Allude alla villa Bergman-Rossellini a Santa Marinella?
«Ero immersa nel verde e vicino al mare: ricordo quando da piccola andavamo tutti insieme alle saghe paesane della fragola, dell’uva, del formaggio… era una festa continua a contatto con la natura».

Cosa racconta lo spettacolo «Lin Link Circus»?
«Le capacità cognitive delle bestiole: sono capaci di ragionare, di pensare? La risposta è positiva. Il titolo del monologo risale a Charles Darwin: link, termine usato dallo scienziato, significa collegamento, noi siamo legati agli animali da cui discendiamo».

E Circus?
«La scena è un circo divertente, dove ha un ruolo importante la mia bastardina Pan, da Peter Pan, travestita da pecora, da pollo, da ape, da dinosauro, da elefante, indossando costumi disegnati da me».

Il suo scopo, dunque, è far ridere. Eppure discende da un grande regista e una grande attrice che erano tutt’altro che comici.
«In privato lo erano moltissimo. Da mio padre ho ereditato la curiosità, detestava la noia e si cimentava in mille cose diverse per essere sempre attivo col cervello. Mamma aveva senso dell’umorismo, ma era timida, modesta, con i piedi ben piantati a terra, non si sentiva una diva: credo di somigliarle».

Ma da loro ha anche ereditato una carriera artistica.
«Sono una privilegiata per aver avuto due genitori così, ma li ho persi quando ero molto giovane, non hanno potuto consigliarmi: a mamma sarebbe piaciuto che seguissi le sue orme. Papà era contrario».

Perché?
«Aveva visto troppi attori soffrire perché non ottenevano una parte in un film… si rammaricava molto per Anna Magnani, riteneva scandaloso che non ottenesse più ruoli importanti nel cinema, solo perché aveva una certa età… Con noi figli era protettivo, non voleva che ci toccasse un destino da disoccupati».

E a proposito d’età, lei venne licenziata da Lancôme…
«Non la presi bene, mi sembrava che commettessero un errore, ma dopo vent’anni ho avuto la rivincita: a dirigere la casa di cosmetici è arrivata una donna e mi ha chiesto di tornare da loro. Io ho risposto: ma come, mi avevate mandato via! Ha insistito e ho accettato, anche perché è cambiata la mentalità. Adesso, con l’allungarsi della vita, non invecchiare è un sogno che riguarda età diverse. Ora sono una nonna felice, che fa la testimonial di una crema importante».

Tornando agli animali, se ne occupa assiduamente perché li ritiene migliori degli esseri umani?
«Sono come noi: sanno essere cattivi quando ammazzano la preda non per fame, ma per un gioco crudele…».

Emilia Costantini, corriere.it

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