Maxi Lopez, in un’intervista ad una radio argentina, torna a parlare del suo rapporto con Wanda e Mauro, senza usare mezze misure. E svela anche un retroscena legato al compleanno del figlio Benchu
Non sono certo momenti semplici quelli che stanno vivendo Wanda Nara e Mauro Icardi.
Dopo le numerose polemiche legate al rinnovo del contratto dell’attaccante argentino con l’Inter, dovute all’attegiamento della moglie-agente, i due si ritrovano nuovamente al centro di forti polemiche.
Questa volta a parlare è l’ex marito della showgirl argentina, nonchè ex compagno di squadra di Mauro, Maxi Lopez, che, in un’intervista alla radio argentina ‘Radio La 990’, è tornato a parlare del suo rapporto con i due e della situazione che si è venuta a creare. Alla domanda se il modo d’agire di Wanda possa in qualche modo danneggiare Icardi in ottica nazionale ha risposto che “Wanda ha un modo di fare esageratamente ciarliero per l’Italia, i dirigenti italiani sono molto più duri di quelli argentini, l’Italia è tutta un’altra cosa. Credo che quello che sta succedendo è che i dirigenti dell’Inter si siano stufati di lei e di questo modo di fare'”.
L’attaccante, ora in forza al Vasco da Gama, inoltre, ha affermato che mai ha voluto che la sua ex le facesse da agente per “preservare la famiglia e tenere i due ambiti separati”, nonostante lei glielo avesse proposto. Ma Lopex va avanti e spiega che i rapporti con Wanda ormai sono deteriorati, tanto che i due si parlano solo tramite avvocati. Ma anche quelli con Maurito non sono dei migliori. Infatti Maxi dice apertamente che lui “ha lo stesso atteggiamento di Wanda, anzi a volte peggiore. Così ho deciso di non avere contatti, il suo comportamento è sempre lo stesso. Io gli avevo detto che avrebbe capito certe dinamiche una volta diventato padre ma non è stato così. Per esempio ieri era il compleanno di mio figlio (Benedicto, ndr) e mi hanno attaccato il telefono, che rapporto puoi avere con gente così?'”.
Nessuna ipotesi di famiglia allargata, dunque. Anzi, la frattura è ormai insanabile.
Antonio Mosca, il Giornale