Sanremo, più social che tv, ma la «GenZ» non diserta il Festival

Sanremo, più social che tv, ma la «GenZ» non diserta il Festival

Non tutti lo vedono alla tv, ma il Festival di Sanremo rimane “evento”, da vedere e da non perdere. Anche attraverso schermi diversi, con la “Generazione Z” che preferisce i social alla tv. La kermesse sanremese resta però un must, che se fosse un brand sarebbe un brand italiano, legato a viaggi e vacanze (per il 42% degli intervistati) abbigliamento e accessori di lusso (40,3%), largo consumo (30%). Sono tutti elementi di un’indagine GroupM sul Festival di Sanremo, condotta dalla Unit Research & Insight della media holding del gruppo Wpp.

È quello che emerge dalla ricerca condotta su 500 italiani di età superiore ai 15 anni . Una indagine, quella di GroupM, che parte da una considerazione: lo scorso anno il Festival ha registrato una share media del 52,3% con un’audience media di 10.9 milioni (totale individui con ospiti), la più alta degli ultimi anni, catturando anche i pubblici più giovani. E quindi la domanda: anche l’edizione n°69 riuscirà a raggiungere questi risultati e a superare tutte le migliori aspettative?

La prima serata non ha dato risultati particolarmente favorevoli. Potrebbe aver impattato quel cambiamento nelle modalità di visione – più device e meno tv – che sull’audiovisivo rappresenta una tendenza ormai non più trascurabile in tutte le analisi e i ragionamenti. Ma per gli italiani Sanremo è Sanremo.

Sa(n)remo tutti lì. È un evento senza dubbio atteso: l’88% dichiara che guarderà la nuova edizione del Festival, e lo guarderanno proprio tutti, senza differenza di età o di generazioni. Il 58% degli intervistati ne consiglia la visione agli amici e inaspettatamente la GenZ non è da meno con il 60% dei teenager che lo consiglierà sicuramente ai propri amici.

A ognuno il suo Sanremo. Tutti lo guarderanno, ma non tutti lo guarderanno allo stesso modo: dietro ogni generazione c’è un pubblico diverso. La GenZ ha dichiarato di seguirlo prevalentemente sui social network; i Millennial in TV a casa di amici; la GenX (35-54), che reputa Sanremo l’evento live dell’anno, lo segue rigorosamente in TV; mentre per i Baby Boomers (55-70) e la Gen 0 (70+) è un rituale che fa parte della loro storia.

Tre personaggi in cerca di audience. La combinazione dei personaggi sembra funzionare ancora prima della partenza del Festival. Di fatti il 39% dei rispondenti considera il terzetto Baglioni-Bisio-Raffaele il migliore degli ultimi anni. I nuovi co-conduttori fanno registrare alti livelli di gradimento: Claudio Bisio piace al 68% e Virginia Raffaele al 61%. Un gradimento trasversale a tutte le generazioni. Anche la direzione artistica di Claudio Baglioni è molto apprezzata: piace al 41 per cento.

Se vuoi capire il Paese, devi guardare Sanremo. Parafrasando questa definizione del sociologo Domenico De Masi, per tutti il Festival di Sanremo è sinonimo di italianità e tradizione (70%). Ma oltre a rappresentare l’evento nazionale per eccellenza, Sanremo è anche sinonimo di costume e condivisone: per il 64% dei rispondenti è fortemente legato al mondo della moda e dello spettacolo e per il 47% alla famiglia.

E se il Festival fosse un Brand? Per l’80% dei rispondenti sarebbe un brand italiano anche se GenZ ne individua dei tratti di internazionalità (60%) memore della presenza di ospiti internazionali che ha connotato le passate edizioni (mentre questa, va detto, sul tema è un po’ deficitaria. I settori merceologici elettivi sono quelli legati alla sfera del sogno e dell’evasione dalla realtà, come: viaggi e vacanze (42%), abbigliamento e accessori di lusso (40,3%). Ma il Festival può dare voce a marche vicine alla quotidianità, come quelle del largo consumo (30%).

Gli altri in Tv. La controprogrammazione vede al primo posto il film “Buona giornata!” (1.6 milioni spettatori di media – 6,1% di share) su Canale5 e Rete4 con “Il Segreto” (1,3 milioni – 4,7% di share). Rai3 e La7 hanno puntato sull’attualità con “#Cartabianca” (966mila – 4%) e “Di martedì” (957mila – 3,9%). Italia 1 ha proposto la miniserie “IT” (955mila – 4,6%).

Andrea Biondi, Il Sole 24 Ore

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