Ex-Otago con “Solo una canzone”: all’Ariston spazio all’indie pop

Ex-Otago con “Solo una canzone”: all’Ariston spazio all’indie pop

Il gruppo genovese Ex-Otago esordisce al festival di Sanremo 2019 con il brano dal titolo “Solo una canzone”. L’8 febbraio esce il loro nuovo disco “Corochinato”.

Sul palco dell’Ariston salgono gli Ex-Otago che portano “Solo una canzone” al Festival di Sanremo 2019. Finalmente è il momento di fare spazio anche alla musica indie pop che regala emozioni e che piace tantissimo ai giovani. Il brano è orecchiabile e sicuramente al passo con i tempi, anche se forse non compresa del tutto dal pubblico presente in platea che alla fine dell’esibizione tributa un timido applauso. Siamo arrivati alla ventesima canzone di una carrellata con ritmi serratissimi e il pubblico probabilmente è stanco, ma questa canzone andrà riascoltata meglio nelle prossime serate per capire se davvero ha potenziale per arrivare nella parte alta della classifica. Di sicuro per il gruppo genovese formatosi nel 2002 è stata una grande emozione anche solo essere arrivati qui. Questo per loro rappresenta sicuramente un nuovo inizio che sperano possa lanciare definitivamente una carriera che comunque va avanti da 17 anni che ha portato anche alla pubblicazione di ben cinque album. Che spazio c’è a Sanremo per i gruppi provenienti dalla cosiddetta scena indie, cioè indipendente, fuori dal mainstream delle trasmissioni televisive? L’esperienza ci insegna che di spazio non ce ne è, anche quelli più famosi come gli Afterhours si sono sempre classificati nelle posizioni più basse della classifica, espulsi appena possibile. Non è il loro pubblico, per quanto quest’anno vedremo addirittura i punk Zen Circus e appunto i genovesi Ex-Otago. Formatisi nel 2002, 5 dischi in 16 anni, l’attuale formazione comprende Maurizio Carucci (voce, tastiera), Simone Bertuccini (chitarra e basso), Olmo Martellacci (tastiere, sintetizzatore, basso, sassofono e flauto traverso), Francesco Bacci (chitarra elettrica, charango, basso e armonium) e Rachid Bouchabla (batteria e percussioni). A Sanremo 2019 con il brano Solo una canzone loro si presentano così: “Siamo sempre stati così: storti, indecifrabili, bizzarri, naive e fo**utamente innamorati della nostro modo di stare dentro la musica, del nostro modo di vedere le cose. Tutto questo per dire che a febbraio a Sanremo, non faremo niente di più di ciò che abbiamo sempre fatto. Oltretutto abbiamo la fortuna di capitare in un edizione importante, quasi rivoluzionaria per la musica italiana”.Amanti di gruppi anni ’80 come gli Smiths, da cui hanno derivato il loro amore per il pop degli anni 80, gli Ex-Otago in una recente intervista hanno detto di aver riscoperto adesso gli anni ’90: “A un certo punto ci siamo resi conto che non abbiamo mai esaltato troppo gli anni ’90, ci sembrava un po’ trash; adesso, invece, abbiamo realizzato che ci piacciono tanto e ci fanno vibrare un sacco. Forse abbiamo trovato il coraggio di spingere verso quel tipo sonorità. Quindi mi sentirei proprio di dire che il nostro background è quella musica dance che ha fatto sognare tanta gente”.“Corochinato“, il nuovo disco degli Ex-Otago disponibile dall’8 febbraio, prende il nome da un liquore tipico genovese seppure poco conosciuto: vino bianco di Coronata, spezie come la china che si usava servire per pochi soldi nei bacetti popolari. Era considerato l’aperitivo del dopolavoro, della gente comune. Per questo lo hanno scelto come titolo: “Parla del nostro fare musica semplice, per tutti, parla della gente come noi che viene dalla periferia e che in ogni cosa che fa ci mette dentro sempre un po’ di Genova, inevitabilmente”. Gli Ex-Otago sono profondamente legati infatti ala loro città, la martoriata Genova. Dal disco è estratto ill brano che presentano a Sanremo, Solo una canzone: “Solo una canzone è una dichiarazione d’amore, una ballad che racconta una fase dell’amore meno inflazionata, quella dell’amore “adulto”. Come è più facile e immediato raccontare la passione iniziale oppure la rabbia che si porta dietro la fine di una storia, ci vuole una vita per comprendere la bellezza di un legame sereno e trasparente, che non si sgretola alla prima difficoltà e che deve essere nutrito giorno dopo giorno”.

Paolo Vites, ilsussidiario.net

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