“Da livornese mi riesce difficile essere conservatore. E sovranista non so bene nemmeno cosa voglia dire… Sono felice, invece, come un bimbo e quindi abbraccerei pure chi mi critica”. Enrico Nigiotti replica così, a chi ha definito il brano ‘Nonno Hollywood‘ con cui sarà in gara a Sanremo, il più ‘conservatore’ e ‘sovranista’ di questa edizione, per via dei riferimenti ai bei tempi andati. “Nonno mi hai lasciato dentro un mondo a pile, centri commerciali al posto del cortile, una generazione con nuovi discorsi, si parla più l’inglese che i dialetti nostri”, canta Nigiotti che questo brano l’ha “scritto di getto” nell’agosto scorso la sera dopo la scomparsa appunto di suo nonno. “È la canzone che avrei voluto non scrivere”, dice.”Io ho scritto quello che sentivo – sottolinea – poi ognuno ci vede quello che vuole. Per me è una fotografia di quello che ho visto e sentito in quel momento, non voglio né difendermi né giustificarmi. È vero che si parla più inglese che italiano, è tutto un meeting, un briefing… Più che conservatore è sincero. Comunque, siccome non si può piacere a tutti, ben venga qualsiasi opinione, purché se ne parli. Viva la democrazia e il diritto di parola!”Nigiotti, che a Sanremo c’è già stato nel 2015 tra le Nuove Proposte, dopo ‘Amici’ e prima di ‘X Factor‘, ammette che questa volta il festival ha un sapore diverso: “Andare a Sanremo con questa canzone è un regalo, un grande orgoglio. È una canzone talmente mia che sapere di farla sentire a così tanta gente mi dà un’emozione particolare”, aggiunge Nigiotti che apprezza molto la formula del Sanremo di Claudio Baglioni: “Aver tolto l’eliminazione permette a tutti di cantare quattro volte il brano in gara ed è un’opportunità molto importante. Avendo affrontato diversi talent, so molto bene cosa voglia dire essere eliminato o rischiare di essere eliminato. Non avere quella tensione, per me è un regalo alla musica e una forma di rispetto per la dignità artistica di ognuno dei cantanti. Che poi ci sia un vincitore è il coronamento del gioco ma non al prezzo dell’umiliazione di qualcun altro”.Il titolo ‘Nonno Hollywood‘ viene dal soprannome che il nonno di Enrico si era guadagnato da giovane per la sua bella presenza e l’amore per gli abiti eleganti: “O almeno così lui mi raccontava – dice – nei tre anni che ho passato con lui in campagna, quando la mia musica si era fermata. Lui mi ha dato l’energia di ripartire, dalle cose più semplici”. Nigiotti confessa anche che inizialmente il brano che voleva proporre per Sanremo era un altro: “Poi ho scritto questo pezzo e ho voluto mandare questo. Nonostante avessi solo un provino casalingo piano e voce”. Un po’ l’atmosfera che riproporrà nella serata di venerdì 8 febbraio all’Ariston, quando al piano ci sarà Paolo Jannacci: “Ho chiesto a Paolo che è un grandissimo pianista proprio perché non volevo un duetto di voci su questo brano ma un’atmosfera intima”. Diversa la versione che eseguirà le altre tre sere con l’orchestra di Sanremo: “Ho provato l’altro giorno, una cosa stupenda. Il brano assume più colori. Questa è una ballad è l’orchestra ci sta veramente bene”.Ormai avvezzo ai palcoscenici tv, dopo tre esperienze all’attivo (‘Amici’, ‘Sanremo Giovani’ e ‘X Factor’), Nigiotti confessa che il palco di Sanremo gli fa ancora “tremare le gambe”: “Ma credo a tutti. Anche ai grandi ospiti. Per un cantante italiano quel palco non ha uguali. Dà emozioni grandi a tutti, quella ‘strizza’ positiva”, conclude Nigiotti che dopo Sanremo, il 15 febbraio, pubblicherà “Cenerentola e altre storie…”, che conterrà, oltre al brano sanremese “Nonno Hollywood”, anche un inedito dal titolo “La ragazza che raccoglieva il vento”, dedicata alla celebre poetessa e scrittrice Alda Merini. Inoltre, dopo le due anteprime di dicembre, a Livorno e Roma, tornerà in tour ad aprile, con una scaletta che naturalmente conterrà oltre all’ultimo album, degli omaggi ai grandi cantautori italiani e i due nuovi brani.
Antonella Nesi, adnkronos.com