Primavera Sound, l’onda lunga del #MeToo porterà le quote rosa nel 2019

Primavera Sound, l’onda lunga del #MeToo porterà le quote rosa nel 2019

Primi tra gli organizzatori di Festival, non solo musicali, i responsabili dell’appuntamento di Barcellona hanno annunciato il cast della prossima edizione applicando un rigoroso fifty-fifty tra artisti uomini e artiste donne

Gli organizzatori del Primavera Sound, uno dei festival più attesi dagli appassionati di rock indipendente e non solo, hanno comunicato il cast dell’edizione 2019, in programma a Barcellona dal 30 maggio al 1 giugno 2019. Gli headliner della prossima edizione saranno Solange, Cardi B, Erykah Badu, Janelle Monáe, Rosalía, J Balvin, Tame Impala, Future e Nas. Per la maggioranza, dunque, cinque contro quattro, si tratta di artiste donne.È l’effetto dell’onda lunga del MeToo, il fenomeno sociale dell’anno, che la prossima estate si infrangerà sulla costa Brava in Spagna e in particolare su uno degli spazi culturali più importanti di Barcellona, il Parc del Fòrum; proprio lì dove, tra un porto turistico e la spiaggia di levante della capitale catalana, si svolge il Primavera Sound preso ogni anno d’assalto anche da migliaia di italiani. Gli organizzatori hanno infatti deciso che nella prossima edizione verranno rispettate in modo rigoroso le quote di genere: sui diversi palchi disseminati nello spazio polifunzionale in riva al Mediterraneo saliranno per il 50 per cento artiste donne e, per il restante 50 per cento, artisti uomini. È la prima volta che questo accade in un festival musicale, ma con la sua decisione il Primavera mette a segno un primato anche rispetto a tutti gli altri festival, a cominciare da quelli cinematografici. La scorsa estate, la Mostra del cinema di Venezia venne sommersa dalle critiche per non aver preso atto della necessità di pareggiare tra sesso maschile e sesso femminile le partecipazioni tra i registi invitati: le prime voci si erano sollevate alla presentazione del cartellone; poi al presidente della Biennale, Paolo Baratta, era arrivata la lettera di protesta ripresa da Le Figaro e firmata dalle rappresentanti di alcuni network europei femminili; infine, l’attacco frontale di Hollywood Reporter che ha parlato del cartellone della Mostra come il risultato della “cultura italica condita di maschilismo tossico”.Simpatico il tweet in risposta del responsabile delle scelte artistiche della Mostra, il direttore Alberto Barbera: “Secondo Hollywood Reporter ignoro il talento femminile avendo scelto per Venezia 75 film di registi uomini in base al nome e non alla loro qualità. Non so se ridere o piangere”.Al Festival di Cannes, dove quest’anno la giuria era presieduta da Cate Blanchett, si sono impegnati ad arrivare al 50 e 50 nel 2020. Il Primavera Sound, da sempre attento alle novità del mondo musicale indipendente, lo farà un anno prima ma la domanda sorge spontanea: esiste davvero un numero sufficiente di artiste abbastanza importanti da riempire le caselle del puzzle? E se negli anni diventassero addirittura di più, come qualcuno preconizza, si interverrebbe poi per difendere la quota degli uomini?Tornando al Primavera Sound, grande spazio il prossimo anno alla urban music con il ritorno di Solange, l’arrivo di Cardi B e il grande nu soul di Erykah Badu e Janelle Monàe. Tra gli altri artisti invitati ad esibirsi al Primavera Sound 2019 ci sono: James Blake, gli Interpol e la cantautrice svedese Robyn. Torna ad esibirsi a Barcellona Mac De Marco, e arrivano FKA Twigs, Carly Rae Jepsen, Charlie XCX, Kali Uchis. Soprattutto tornano gli Stereolab mentre l’ex Pulp Jarvis Cocker arriva a presentare l’ennesima nuova avventura musicale.

Carlo Moretti, repubblica.it

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