Regista, modernità, curiosità e visione, per me è stato un mito
“Non avendo fatto una scuola di cinema ogni inquadratura dei suoi film è stata e resterà per me una lezione”, dice Paolo Sorrentino dopo una lunga giornata di set della seconda stagione di The Young Pope. “Per me c’è una linea diretta Fellini-Bertolucci e nient’altro. Bernardo, per me giovane autore, ha rappresentato qualcosa di mitico. Mi ricordo quando a 25 anni e senza aver fatto neanche un film fui invitato per un dopo cena a casa sua, fu un evento che mi ha segnato per sempre”, racconta l’autore. Secondo Sorrentino, “Bernardo Bertolucci è stato un regista di una modernità assoluta, anche i suoi film più vecchi, penso ad esempio al Conformista, sono di una totale modernità, non c’è alcuna distanza tra ieri e oggi. Per me il suo modo di girare è stato qualcosa di immenso, lui la regia l’ha fatta meglio di tutti noi messi insieme, una maestria incomparabile. E poi penso ad un’altra sua qualità eccezionale: la curiosità, inesauribile”. Sorrentino racconta nell’intervista che Bertolucci è stato un grande visionario: “Mi ricordo quando qualche anno fa ci intratteneva sulla potenza, l’importanza e il futuro delle serie tv, adorava True Detective. E ne parlava quando nessuno di noi pensava di girarle”. Ad unirli, prosegue nel racconto il regista premio Oscar de La Grande Bellezza, una passione di chiacchierate leggere “all’insegna del pettegolezzo. Lo facevo divertire e ho scoperto un lato che non conoscevo, oltre all’intelligenza c’era anche tanto umorismo”. Sorrentino rivela anche di un progetto insieme al regista scomparso oggi a 77 anni: “Poi non se ne fece più niente, ma in verità non mi sono mai sentito all’altezza di quel progetto”. Sorrentino, infine, aggiunge di amare l’intera filmografia di Bertolucci, di essere legato ai film degli anni ’70, ma anche al periodo kolossal del regista, “amo Il tè nel deserto e L’ultimo imperatore”, ma anche i suoi ultimi, The Dreamers e Io e te.
Ansa