Pippo Baudo si racconta in un libro

Pippo Baudo si racconta in un libro

Nelle sue arterie non scorrono globuli rossi ma frequenze televisive. Lui è l`incarnazione della tv, è nato per stare davanti alle telecamere, senza microfono gli manca l`aria, il piccolo schermo è casa sua più di Militello dove è nato.

Stiamo parlando ovviamente di Pippo Baudo che, stando da un po` di tempo lontano dagli studi televisivi (non certo per suo desiderio, ma per volontà dei dirigenti televisivi e per raggiunti limiti di età), c`è tornato dentro attraverso il ricordo. Ha infatti dato alle stampe un`autobiografia, scritta insieme al giornalista di lungo corso televisivo Paolo Conti del Corriere della Sera, intitolata Ecco a voi Pippo Baudo – Una storia italiana (edito da Solferino © 2018 Rcs Mediagroup s.p.a, pagg. 283, euro 18, in libreria da oggi). Una lunga serie di racconti, aneddoti, memorie (dagli inizi della carriera a Sanremo ai grandi incontri con le dive) redatte con un linguaggio semplice, popolare, a volte fin troppo didascalico, da cui traspare la passione infinita, smodata, del conduttore per la Rai. Comunque una preziosa raccolta di fatti e curiosità per chi ama il Pippo nazionale e la televisione tutta. Ecco, dunque, un assaggio di quanto si può trovare nel libro.

GLI ESORDI Baudo (all`anagrafe Giuseppe Raimondo Vittorio, detto appunto Pippo), nato a Militello vicino a Catania nel 1936 era destinato a diventare avvocato come suo padre. Ma, con la passione dello spettacolo fin dai primi vagiti, per sfuggire al destino familiare strappa al padre la promessa di permettergli di andare due mesi a Roma a provare a entrare in Rai in cambio della laurea in Giurisprudenza. E così avviene, appena dopo la tesi, corre nella Capitale. Così racconta l`approccio alla Tv di Stato: «Andai subito a Teulada, il famoso centro di produzione della Rai… Rimasi lì davanti al cancello per ore, sperando di agganciare i divi televisivi del momento. O magari di individuare un dirigente. Il solo a fermarsi e ad ascoltarmi, lo ricorderò sempre, fu il giornalista Carlo Mazzarella…». Insistendo si ritrovò in un`audizione con Antonello Falqui. «Mi chiese subito: “Lei è siciliano. E voi siciliani non parlate italiano. Come pensa di poter riuscire a presentare?”. Falqui non sapeva che io ero reduce da anni e anni di attento ascolto della radio. A bruciapelo mi disse: “Immagini di dover presentare il Festival di Sanremo e di introdurre Mina”. Non potevo immaginare che mi stava letteralmente profetizzando il futuro… Così partii in quarta. Non smettevo più. Ricordo ancora lo stupore di Falqui. Alla fine dell`esame fui giudicato di buona presenza e adatto a spettacoli minori». Lì per lì Baudo pensò a una bocciatura ma nel giro di pochi giorni gli affidarono Primo piano, programma musicale del pomeriggio: primi ospiti Jula de Palma e Johnny Dorelli. La madre, quando lo vide in tv per la prima volta, rimase delusa perché non era apparso dietro una scrivania con la scritta «Dottor Pippo Baudo», come si conviene a un laureato…

IL SUCCESSO La svolta avvenne con lo show Settevoci, un talent ante litteram che Baudo ideò insieme agli autori di Primo piano, ma che venne messo in archivio perché non giudicato «trasmettibile». Poi un giorno ci fu un buco di programmazione, venne messo in onda all`ultimo ed ebbe un incredibile successo: scuse dei dirigenti, e, a seguire, convocazione del presentatore per Sabato sera con Mina. Ecco come lo ricorda: «Venni chiamato dal mio amico Guido Sacerdote, produttore di Studio Uno. Gli chiesi se stesse scherzando, non credevo alle mie orecchie. “Farai un numero con Mina, Bongiorno, Corrado e Tortora”. Lì mi resi conto che il successo era veramente arrivato: mi mettevano sullo stesso piano di tre grandi della Rai, gli stessi personaggi che da ragazzo seguivo nei bar di Catania. Arrivò il momento delle prove. Tortora mi prese da parte e consigliò sottovoce: “Senti, tu sei alto, quando facciamo il pezzo con Mina mettiti accanto a Mike e alzati leggermente sulle punte, così sembrerà ancora più basso…”». La consacrazione finale arrivò nel 1968 con il primo Sanremo. A volerlo fu l`organizzatore Gianni Ravera. Anche quella volta era incredulo. Da lì i passaggi nella Riviera dei Fiori furono ben dodici, uno in più di Mike, tanto che per non farlo restare male l`ultima volta lo invitò sul palco…

I GRANDI INCONTRI Tantissimi i divi e le dive dello spettacolo con cui Baudo ha lavorato, da Wanda Osiris a Delia Scala, dalle gemelle Kessler a Sandra Mondaini, Raffaella Carrà, Loretta Goggi, Lorella Cuccarini a Domenico Modugno, Noschese, Arbore, Celentano, Villa, Sordi, Gassman. Tanti i ricordi. Ecco l`incontro con la Cuccarini: la notò durante una convention, le fece un provino (dove venne con la mamma a scanso di equivoci) che andò benissimo e la scritturò per Fantastico. La sera del debutto lei si presentò con una grande benda sulla fronte, la sera prima aveva fatto un incidente d`auto e le avevano messo dieci punti di sutura: per rimediare le fecero scendere la frangia sulla fronte e da lì nacque la famosa pettinatura. Mille altri aneddoti… nel libro.

Laura Rio, Ilgiornale.it

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