Naomi Watts è la protagonista di Gypsy, thriller psicologico di Netflix che racconta la storia di una terapista poco professionale
Gypsy è una serie tv di Netflix che ha avuto vita breve, una sola stagione di dieci episodi e una critica negativa pressoché unanime, ma non è tutto da buttare in questa serie.La trama di Gypsy racconta la vita di Jean Holloway, cioè Naomi Watts, una psicologa di New York che fin dal monologo iniziale si mostra interessante. Le puntate della serie si incentrano sulle sedute di terapia con i pazienti e su come queste finiscano per stravolgere lei e il suo matrimonio. Gypsy si svolge in un momento della vita di Jean in cui qualcosa cambia, subentra un comportamento anomalo legato al passato della protagonista ma che purtroppo non è stato meglio approfondito a causa della cancellazione della serie.Jean sembra soffrire di uno sdoppiamento della personalità causato da un’elevata frustrazione che la porta a voler essere qualcun’altra. Così, in poco tempo, si invaghisce di Sydney, l’ex fidanzata di un suo paziente, diventa amica della figlia di un altro paziente e lascia casa sua ad una ragazza tossicodipendente, comportandosi come se fosse sua madre. Questo comportamento poco professionale potrebbe addirittura aiutarla nel suo lavoro, fornendole un quadro completo della situazione di chi ha in cura, verificando o meno la veridicità di quanto detto durante le sedute. Tuttavia questo non sembra essere nelle sue intenzioni, piuttosto vuole provare di persona quelle sensazioni di cui parlano i pazienti, avere contatto diretto con la fonte del loro problema, finendo così inevitabilmente per essere risucchiata dagli eventi.Vediamo il personaggio di Naomi Watts diventare il suo alter ego Diane Hart, una giornalista freelance, misteriosa e intenzionata a spingersi oltre i suoi limiti, e il momento dopo è Jean, una madre del Connecticut che pensa solo al lavoro e alla famiglia. Immergersi nei problemi dei suoi pazienti diventa una consuetudine e dopo le prime puntate la naturalezza con cui Jean cambia faccia per diventare un’altra persona non stupisce più di tanto.Il comportamento e gli eccessi della protagonista, i quali inesorabilmente cadono in situazioni già viste, sono stati indicati dalla critica come la causa della cancellazione della serie, ma d’altra parte si parla di una psicologa che è attratta dai problemi dei suoi pazienti e che mente pur di farne parte, una formula già vista. Ciò nonostante la riproposizione di questa trama di base da parte di Naomi Watts non sembra essere noiosa, anzi piuttosto movimentata. Non si tratta di certo di una serie imperdibile parliamoci chiaro, ma i pochi episodi si vedono senza fatica, grazie soprattutto all’interpretazione della Watts ed agli intrecci amorosi del suo personaggio.Il monologo finale della protagonista porta ad un epilogo soddisfacente la serie ma rimane comunque l’amaro in bocca. Il passato di Jean poteva essere approfondito in una eventuale seconda stagione, lo stesso vale per il rapporto con il marito e per la rete di bugie messe in piedi durante i dieci episodi. Quante serie sono iniziate lente e poi con le stagioni successive si sono riprese e sono diventate grandi titoli, perchè stroncare sul nascere una con protagonista una grande attrice come Naomi Watts?
Niccolò Sandroni, ilgiornale.it