La Tv di Maramaldo
«Il caldo percepito è una truffa»
Paolo Sottocorona
Anche in televisione succedono (raramente) i miracoli. Una presenza miracolosa in video, ad esempio, è quella di un gentiluomo, Paolo Sottocorona: non si capisce come possa essere accettato, e sopravvivere, nella dilagante sgangheratezza televisiva di oggi, le urla e le cialtronerie dei talk show, le ipocrisie e la politicizzazione dei telegiornali, l’infantilismo di certe fiction, i comici sguaiati che non fanno ridere, e via e via… Sottocorona è il meteorologo de La7: in precedenza, come vi dirò, ha avuto varie esperienze, tutte di successo, e oggi appare in vari programmi, durante la giornata, nell’emittente di Urbano Cairo. Misurato, sobrio, essenziale, divulgativo. Impeccabile nell’abbigliamento e nel linguaggio. Mi verrebbe da scrivere anglosassone, ma solo se fossi davvero convinto che gli anglosassoni sono così.
Seguivo Sottocorona ieri mattina mentre, con l’abituale precisione, ci metteva in guardia contro le intemperie e i disastri ipotizzati dalle sue previsioni del tempo. Lo ammiravo per la naturalezza, la lucidità e anche il tono della voce: né drammatico né fastidioso, mai mieloso. Comportamento professionale che non smarrisce mai, né di fronte agli sfottò futili dei conduttori, come se il cattivo tempo ci piombasse addosso per sua volontà, né nei momenti di confusione o di emergenza, frequenti negli studi televisivi.
Qualche informazione. È nato a Firenze nel 1947: studi classici, poi Ingegneria che lascia al quarto anno per entrare nel Servizio Meteorologico dell’Aeronautica. Vi resta per più di vent’anni e partecipa a una spedizione italiana in Antartide. Collabora con UnoMattina finché resta in servizio, nel 1993 lascia l’Aeronautica e, non più in divisa, è a Geo&Geo con Licia Colò, a seguire va a Telemontecarlo e consolida il suo stile informale e comunicativo di «raccontare» le previsioni del tempo. Durante l’estate è co-autore e conduttore di Sotto questo sole, rubrica quotidiana di natura, viaggi e varia umanità. Da TMC passa a La7 e nel 2010, editore Feltrinelli, pubblica un libro di divulgazione per bambini: Che cosa sanno le nuvole?.
È considerato l’erede del colonnello Bernacca e, sempre più diffusamente, decano dei meteorologi tv, un popolare guru. Gli hanno chiesto in un’intervista quale sia il suo segreto. Risposta: «Tolta la divisa, che impaludava un po’, cerco di essere colloquiale. Se la situazione climatica non è drammatica, ci può stare anche una battutina».
Altra domanda: È vero che gli albergatori vi contestano di spaventare i clienti? «Arrivano a forme intimidatorie perché non vorrebbero mai la pioggia nei week end. Il governatore Zaia una volta minacciò di chiedere i danni ai meteorologi perché in Veneto non era piovuto come annunciato. Ma poi non fece nulla».
Che altro? Amante degli animali, ha tre cani, e anche della natura, è un appassionato motociclista, dice di aver sempre avuto una buona libertà editoriale e di cercare di affiancare le informazioni sul tempo con alcuni temi che gli stanno a cuore. Parla, a volte, di sport, di iniziative di beneficenza, di storie umane. «Ma solo di cose in cui credo, non mi piacerebbe fare altrimenti…». È vegetariano, non mangia praticamente mai carne e in casa sua saranno 20 anni che non entra una bistecca. Infine dice di essere schierato per la libertà di pensiero, ma anche contro le ipocrisie.
Un’opinione conclusiva? A Maramaldo piacerebbe che La 7, in prima linea per la capacità di sperimentare, gli accordasse un programma da condurre: meteo e tutto ciò che è attiguo, ma anche molto altro. Penso che ci sia molto bisogno di spazi televisivi in cui, anziché strillare, si possano proporre argomenti e riflessioni col rispetto delle opinioni degli altri. Giuro: esiste un pubblico, importante, che gradirebbe.
M.
La Tv di Maramaldo