Quasi mezzo milione di euro di incassi per tre giorni di programmazione, come evento, in sala a inizio ottobre, delle prime due puntate di L’amica geniale, l’attesa serie di Saverio Costanzo dalla saga bestseller, sono solo l’ultima dimostrazione dell’appeal sul pubblico di Elena Ferrante. Per la scrittrice, che protegge da sempre la sua identità dietro uno pseudonimo, capace di conquistare nel mondo oltre 10 milioni di lettori, la televisione è un nuovo approdo dopo cinema e teatro.
Nelle otto puntate dell’Amica Geniale, produzione di eccellenza Hbo-Rai con Timvision, prodotta da Wildside e Fandango in tv in autunno (si parla di fine novembre), l’amicizia di Elena e Lila che nasce sui banchi della scuola elementare in un rione popolare di Napoli negli anni ’50 per diventare legame di una vita c’è una storia avvincente e affresco d’epoca per il pubblico tv così come è stato per i lettori. “Non sapevo chi fosse Elena Ferrante, non l’ho mai saputo, ma per me è stato immediato il legame con la sua scrittura. Mi era chiarissimo che fosse l’opera di una scrittrice prodigiosa – ha spiegato Mario Martone in un incontro alla Festa del Cinema, dove ha parlato del suo film del 1995, ‘L’amore molesto’ (presentato in versione restaurata) tratto dal primo romanzo della scrittrice, e del suo rapporto con lei -. Come i grandi scrittori russi è universale però tu arrivi a quella universalità attraverso il dettaglio, da un umore al tanfo di un’osteria. Mentre lavoravo al film avevo il libro con me ed era come una mappa, ogni tanto bisognava aprirlo perché ti venisse incontro”.
Roberto Faenza sempre per il grande schermo ha firmato nel 2005 l’adattamento di I giorni dell’abbandono con Luca Zingaretti e Margherita Buy e sono già almeno due le versioni teatrali de L’amica geniale: a Londra My brilliant friend, diretto nel 2017 da Melly Still e in Italia quest’anno con la compagnia Fanny & Alexander.
Per la serie tv, la scrittrice appare anche come cosceneggiatrice insieme a Laura Paolucci, Costanzo e Francesco Piccolo: “Eravamo in contatto via mail – hanno raccontato Piccolo e Costanzo alla Mostra del Cinema di Venezia dove sono state presentate in anteprima mondiale le prime due puntate – un carteggio sempre più intenso in cui lei stessa suggeriva qualcosa ma non in difesa del libro quanto della storia, dimostrando una grande fiducia”. Secondo Costanzo l’opera della scrittrice “è profondamente e contemporaneamente politica nel senso sentimentale del termine”.
Anche Martone ha dialogato per iscritto con l’autrice: “Con delle lettere, che mi piacerebbe includere nel blu ray dell’edizione restaurata del film – ha raccontato il regista – Quando chiesi i diritti del libro alla sua casa editrice, le edizioni E/O, Elena Ferrante mi rispose che li avrebbe dati volentieri ma prima voleva leggere la sceneggiatura. Quando gliela mandai le chiesi anche di dirmi nel dettaglio tutto quello che pensasse. Così abbiamo continuato a scriverci durante la lavorazione, poi sparì. Ho avuto paura per anni che il film non le fosse piaciuto, ma poi per la pubblicazione di una sua raccolta di testi, La frantumaglia, l’editore mi disse che c’era anche una sua lettera incompiuta a me, scritta dopo la visione de L’Amore molesto. Potete immaginare il mio terrore, invece è una lettera magnifica non solo per quello che dice sul film ma anche per ciò che dice sul rapporto cinema – letteratura”. Martone era anche fra i nomi indicati dalla scrittrice come possibili registi per la serie da L’amica geniale: “mi ha fatto piacere, dimostrava la sua stima per me. Poi la serie l’ha fatta Saverio Costanzo, regista bravissimo, anche lui presente nella lista, che sono sicuro abbia fatto un ottimo lavoro”. Al cineasta comunque piacerebbe riprendere il rapporto con Elena Ferrante: “vedremo” dice sorridendo. Lui non sa chi ci sia dietro lo pseudonimo “ed è giusto così. Un segreto è tale solo se lo si conserva”. L’opera di Elena Ferrante “è l’insieme della sua scrittura – aggiunge – insieme al segreto della sua identità. Anche se lei non l’aveva programmato, di fatto in un tempo come il nostro, sta compiendo, un vero gesto artistico, disturbante, pienamente contemporaneo”.
Francesca Pierleoni, ANSA