La Tv di Maramaldo
“Portobello” è tornato in tv dopo 30 anni con la conduzione di Antonella Clerici. Ascolti non rilevanti, e neanche soddisfacenti: un debole 20% contro il 28% di “Tu si que vales”. E nelle tre ore e mezza di diretta sono andati calando, “Portobello” è riuscito anche a toccare il 25%, poi si è attestato al 17. Antonella, in tailleur nero con un pappagallo di paillettes sulla giacca, era visibilmente emozionata, ma se l’è cavata discretamente, nel temerario confronto con Tortora. Bene anche le scelte della grafica e della scenografia.
Antonella – Legnano, 6 dicembre 1963 – ha 55 anni e un brillantissimo curriculum, dai programmi sportivi a “Uno mattina” e “Domenica in”, dalla “Prova del cuoco” (per 13 anni) a due trionfali Festival di Sanremo, uno con Paolo Bonolis e uno da sola. Fino al record di ascolti (33%) di “Ti lascio una canzone”, un talent per bambini. Perché dunque ha scelto di cimentarsi in questa difficilissima e rischiosa rievocazione di “Portobello”? Non lo so, non lo capisco e sono convinto che non sarà un successo, anzi. Antonella è una star e in questa sfida ha solo da perdere. Gli ascolti – temo per lei – sono destinati a calare, a meno che non ci siano cambiamenti rivoluzionari. Per vincere noia e lungaggini ci vorrebbero, da subito, un maggior ritmo e inserimenti di forte e originale varietà. Al momento “Portobello” non è né “Portobello” (il pappagallo non è certo una novità e tutti gli schemi di Tortora sono ahimè antiquati), né un programmone che con il pretesto del brand e della fama portobelliana possa diventare al al sabato sera un appuntamento divertente e vincente. Di sicuro, per ora, c’è solo il coraggio della Clerici. Ma resta la domanda: Antonella, perché lo hai fatto?
M.
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