Domani alle 21.15 su Rai3 va in onda l’ultima puntata del ciclo autunnale di PresaDiretta dal titolo Iperconnessi. Una puntata speciale con due diverse pagine, una dedicata alle conseguenze sul cervello delle nostre vite iperconnesse, l’altra alla guerra in atto tra i paesi dell’Unione Europea per accaparrarsi il lavoro. Quaranta secondi. È il tempo medio di attenzione davanti a uno schermo quando siamo al lavoro. E fuori dall’ufficio, va ancora peggio: saltiamo continuamente da una chat a una foto Instagram, da un post all’altro di Facebook, da un link all’altro.
Siamo in una parola, Iperconnessi. Ma cosa sta succedendo alla nostra capacità di comprendere, di ragionare, di memorizzare?
Sul pianeta oggi ci sono più schede Sim che persone: 7,8 miliardi di sottoscrizioni alla telefonia mobile contro i 7,5 miliardi di abitanti. E gli italiani sono terzi al mondo per diffusione del cellulare, con più di otto persone su 10 che ne hanno uno.
Il punto, dicono i neuroscienziati, è che stiamo allenando il nostro cervello a pensare esattamente nella stessa maniera in cui utilizziamo lo smartphone. Saltiamo da un pensiero all’altro così come saltiamo da un link all’altro. Tutto è diventato cliccabile, downloadabile.
E in un mondo sempre più connesso e distratto, l’attenzione è sempre più preziosa. Oggi è proprio l’attenzione il vero business dei giganti del web, che ci vendono di tutto: prodotti, stili di vita, proposte politiche.
In questo mondo iperconnesso, in cui girano ogni giorno 150 miliardi di email e 42 miliardi di messaggi whatsapp, dobbiamo ritrovare il modo per tornare a ascoltarci.
Riccardo Iacona intervista Francesco Boccia. Un dialogo a tutto tondo sul mondo del digitale che ha completamente stravolto il funzionamento dei sistemi economici. Dalle occasioni mancate con la cosiddetta web tax al trattamento dei nostri dati, dal diritto alla sicurezza al potere dei giganti del web. E poi un’altra pagina di PresaDiretta “La guerra del lavoro”, dedicata alla concorrenza economica senza esclusione di colpi, tra un paese e l’altro del continente europeo.
Siamo di fronte a una guerra tra Stati che, a colpi di agevolazioni fiscali e incentivi, si strappano l’un l’altro fette di mercato e posti di lavoro?
PresaDiretta ha fatto un viaggio tra l’Italia e la Slovacchia, tra le fabbriche, gli operai, gli imprenditori e gli analisti per capire cosa sta succedendo nel mercato del lavoro europeo. Dalle fabbriche italiane delle multinazionali che hanno lasciato il paese a quelle slovacche dove gli operai di oggi potrebbero diventare le vittime della delocalizzazione di domani. Perché anche la Slovacchia, dove molti lavoratori fino a poco tempo fa non avevano neanche il riposo settimanale, comincia a subire la concorrenza di paesi come la Bulgaria o la Romania.
Che succederà in Europa? Cosa devono fare i singoli Stati per tutelare i propri lavoratori?