L’attrice inglese, due volte candidata agli Oscar, racconta le difficoltà che ha vissuto all’inizio della sua carriera, compreso un esaurimento che seguì a hit come ‘I pirati dei Caraibi’ e ‘Love Actually’
Ha combattutto i pirati dei Caraibi e l’orgoglio e il pregiudizio di Jane Austen, Keira Knightley ha alle spalle una carriera importante, coronata con due candidature agli Oscar per Orgoglio e pregiudizio e The imitation Game. Ma all’inizio della sua carriera l’improvvisa notorietà le fece vivere una sorta di esaurimento, lo ha raccontato la stessa attrice durante un incontro organizzato dall’Hollywood Reporter. “Mi dicevano ‘tutti pensano che non sei brava’ o si concentrano sul tuo aspetto o su ciò che non va di te. E io avevo solo 19 anni, riesci a sentire solo le cose negative che ti dicono. Mi sentivo come se non esistessi, ero questa strana creatura con questa strana faccia che veniva trattata dalla gente con toni estremi, e non sapevo come uscirne”.
Nelle sale americane è attualmente con Colette, il film omonimo diretto e scritto (insieme a Richard Glatzer) dall’inglese Wash Westmoreland, narra le vicende di Sidonie-Gabrielle Colette, che dalla campagna francese si trasferisce nell’intellettuale e artistica Parigi fin de siècle, quando il marito Willy la convince a scrivere un romanzo col nome di lui. Colette scrive il semiautobiografico Claudine, che diventa subito un fenomeno letterario da cui scaturirono seguiti. Colette inizia a combattere per la “proprietà creativa” del suo lavoro e si batte contro i pregiudizi di genere e le costrizioni della norma sociale che guardava con sospetto alle scrittrici donne.
Nella chiacchierata con l’Hollywood Reporter Keira Knightley si è aperta sui suoi problemi legati alla dislessia e sulle difficoltà che ha vissuto quando dopo aver lavorato come controfigura di Natalie Portman in Star Wars e dopo lo straordinario successo di un film indipendente come Sognando Beckham (quando aveva solo 15 anni), seguito a ruota dal primo capitolo della saga dei Caraibi e dalla commedia romantica Love Actually, è entrata in crisi. “Ho avuto un esaurimento nervoso a 22 anni e mi è stato diagnosticato anche una sindrome da stress post traumatico, per tutto questo. Sono stata in terapia e quelli sono stati gli anni più importanti della mia vita. Mi sono sentita meglio, mi sono sentita bene e alla fine di quello che pensava la gente non me ne importava più nulla. È incredibile guardando indietro da fuori, è stato un successo dietro l’altro. Ma dall’interno tutto quello che io sentivo erano critiche, davvero. E poi io ero consapevole che non sapevo cosa stavo facendo. Non avevo idea della mia arte, sapevo che qualcosa funzionava qualche volta ma non sapevo come riuscire a catturarlo”.
Repubblica