Mastandrea & Giallini: «A scuola di amicizia sul set per Simone Spada»

Mastandrea & Giallini: «A scuola di amicizia sul set per Simone Spada»

I due attori protagonisti di «Domani è un altro giorno», remake di «Truman». Il regista: «Ho cercato di cogliere le sfumature dei due: il coraggioso e il generoso»

Dimenticate Rossella O’Hara. E anche Javier Camara e Ricardo Darín, la coppia di amici fino all’ultimo respiro protagonista del fortunato Truman di Cesc Gay. Perché il remake che Simone Spada (già regista di Hotel Gagarin), dal titolo appunto, Domani è un altro giorno, sta girando in queste settimane tra Roma e Barcellona, è costruita addosso a un’altra coppia, Marco Giallini (Giuliano, estroverso e sfrontato, di professione attore) e Valerio Mastandrea (Tommaso, ingegnere in Canada, un tipo riservato), chiamati a prestare volto, parole e silenzi al racconto di un’amicizia disincantata e assoluta. Per dirla con le parole di Oscar Wilde, citate da Spada: «Se un amico non mi invita al suo compleanno non importa, ma se non condivide con me un grande dolore, allora mi offendo». O, con Mastandrea: «L’idea è mostrare quanto da amico, una persona debba e abbia la capacità di rispettare le scelte dell’altro. Anche le più estreme». Come (non è uno spoiler, ma la base di partenza della storia, scritta da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo) quella di Giuliano, malato terminale che decide di smettere le cure e si affida all’amico per chiudere un po’ di conti. E trovare una sistemazione adeguata all’adorato cane (nell’originale Truman, qui un irresistibile bovaro bernese ribattezzato Pato, «come il fratello di Falcao»). «Tommaso — racconta Mastandrea in una pausa del set in un locale vicino viale Aventino — torna per salutarlo, per cercare un modo di guadagnare tempo. Ma capisce che se il tempo viene vissuto con rammarico e non con gioia non serve a niente». L’altro non fa nulla per rendergli facile il distacco, è lo stesso guascone di sempre: si ordina la bara da solo, mette in mezzo la cugina Paola (Anna Ferzetti), si fa leggere il futuro da una cartomante, fa i complimenti alla ragazza del figlio che è andato a salutare a Barcellona. «Con un figlio alcuni argomenti restano sospesi. Con un amico non hai filtri. E sul set con Valerio è come una scuola di amicizia».È stato Maurizio Tedesco che produce il film con il figlio Manuel per Baires Produzioni in collaborazione con Medusa (che lo manderà in sala nei primi mesi del 2019) a pensare ai due attori. Li conosce fin dal 1998 quando produsse L’odore della notte di Claudio Caligari. Il regista di Non essere cattivo, film uscito postumo nel 2015, portato a termine, dopo la sua morte, da un team di amici, con Mastandrea e Spada in prima fila accanto al direttore della fotografia Maurizio Calvesi. Lo stesso di Domani è un altro giorno. «Ci sono coincidenze astrali — osserva il regista —, legami che ci stanno aiutando sul set. È un film che abbiamo preparato molto ma che viviamo anche alla giornata, io sono sempre pronto a cogliere le sfumature che loro due regalano ai personaggi. Il coraggioso e il generoso». Smaliziati, più amanti del controcanto che del monologo. Sentimentali, a modo loro, come solo certi romani sanno essere. «Per commuovermi e commuovere ci vuole il cuore» butta lì Giallini. Ma è solo un attimo. La cognizione del dolore da queste parti ha le sue regole. E le lacrime si asciugano a suon di risate.

Stefania Ulivi, corriere.it

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