“Le mie nuove canzoni sono il diario a colori di dieci anni di musica”

“Le mie nuove canzoni sono il diario a colori di dieci anni di musica”

Alessandra Amoroso pubblica “10” e annuncia il tour con uno show in ogni regione: “Sono cresciuta”

In fondo avrebbe potuto pubblicare un greatest hits celebrativo e via andare. Invece Alessandra Amoroso ha preferito festeggiare dieci anni di carriera con quattordici canzoni inedite, un disco vero e proprio che si intitola 10 ed è il suo più completo da quando è entrata nella scuola di Amici.Era sorridente e sperduta, allora. Oggi canta di essere La stessa (come da titolo del primo singolo) ma in realtà, poco più che trentenne, ha trovato un equilibrio stilistico ed emotivo che colora tutti i brani. Insomma, la Amoroso è un’isola a se stante nel pop italiano e rimane alla larga da polemiche, scandali, battibecchi o insinuazioni che sono sempre più spesso la radiografia della vita social degli artisti. Vive a colori, come cantava nel penultimo disco, e sulla copertina ora c’è il suo diario emotivo, ossia le immagini che simboleggiano i ricordi d’infanzia e i punti fermi della storia di una ragazza di Galatina che ha realizzato il proprio sogno. «Sono molto, molto fortunata» ha ammesso ieri presentandosi con il sorriso largo da qui a lì di chi è alla vigilia di una nuova sfida. E la parola d’ordine è: semplicità. «Sono le semplici frasi che cambiano la faccia a una giornata», canta nell’unico brano che ha (co)firmato con Daniele Magro, ossia Ogni santissimo giorno. Gli altri sono stati scritti dal parterre du roi degli autori di un certo pop come Cheope, Dario Faini, Roberto Casalino, Federica Abbate, Daniele Magro, Tony Maiello e Federica Camba, oltre al contributo di Paolo Antonacci, il figlio di Biagio che ha messo la penna in La stessa. «Mi sento proprio parte di una grande famiglia», sorride lei.

Non a caso i suoi fan costituiscono la Big Family, la grande famiglia.

«Difatti a tutti gli iscritti al mio fan club, che sono più di tremila, ho deciso di mandare un box con una lettera personalizzata, il nuovo disco e un biglietto per una data del tour. Ho impiegato più di due settimane a prepararle».

A ognuno per il concerto più vicino alla città di residenza.

«Anche per questo sono riuscita a realizzare un sogno: fare uno show in ogni regione italiana, isola comprese. Si parla sempre di tour italiano ma spesso è difficile organizzare date in regioni che non sono attrezzate o che sono più difficili da raggiungere. Ad esempio, pochi si fermano a cantare in Basilicata o nel Molise. Io lo farò. E sarà un tour lunghissimo e bellissimo».

Perché ha deciso di intitolare il disco 10?

«Perché sono i miei anni di carriera. E poi perché il numero 10 si presta a essere letto anche come io. E, grazie all’artwork di Sergio Pappalettera, la copertina del disco rende perfettamente l’idea».

In Forza e coraggio cita Luca e Sergio che si amano «senza alcun appoggio».

«Sono nomi di fantasia. Ma in quel testo ci sono tutti i miei valori».

Ossia?

«Siamo nati tutti sotto lo stesso cielo, bisognerebbe avere più rispetto per il nostro prossimo, a prescindere da sesso o religione. Non scendo nello specifico, ma voglio provare a spiegare che siamo tutti uguali, omosessuali, emigranti, uomini e donne, tutti. Spesso ce lo dimentichiamo e spesso dimentichiamo che il nostro filo rosso, la nostra linea comune è l’amore».

Una consapevolezza rara per una trentenne.

«È la vita che ti porta ad avere consapevolezza, a prescindere dall’età che hai o da tutto il resto».

Il produttore esecutivo è l’uomo della sua vita, Stefano Settepani.

«Lavorare con lui è stato stimolante. Non è mica vero che bisogna tenere separate la sfera lavorativa e quella personale. Noi ci siamo conosciuti di più e meglio».

Spesso le chiedono se ha intenzione di sposarsi.

«Ho voglia di famiglia e figli, questo sì».

C’è un brano che si intitola La gente non sei tu. È una canzone d’amore ma il titolo richiama la distinzione tra il sentire privato e la percezione della collettività. I social sono un metro di valutazione affidabile?

«Spesso i social network sono lo specchio delle frustrazioni di persone che non hanno conosciuto l’amore per una famiglia o per un compagno o compagna».

Lei li usa tanto?

«Non faccio un uso spietato dei social network, spesso preferisco fare le cose della vita vera, come stare con la mia nipotina di due anni…».

Paolo Giordano, il Giornale

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